Per chi fosse scettico o più modernamente hater sappiate che esistono ancora band che fanno del cosiddetto “nuovo pop italiano”, ma con i controcazzi. Ne fanno parte sopratutto in un modo speciale, con un gusto e un approccio che non va, finalmente, a incanalarsi nelle solite cose che ora impazzano.
I Siberia from Livorno (nati nel 2010) ne sono la prova tangibile e al secondo giro di boa (l’esordio “In un sogno è la mia patria” è del 2016) sfornano un disco che “ciao proprio“. Maturità sopraffina e schiacciante, scrittura in stato di grazia e finalmente una tracklist con le canzoni dentro come Dio comanda, senza quegli odiati e skippabili riempitivi tanto per allungare il brodo. Signori qui non si salta un cazzo, si può ascoltare da qualsiasi latitudine che siamo sempre al top. Azzardo: tutti singoli.
Il primo contenuto che si chiama proprio “Nuovo pop italiano”, ma cito anche “Cuore di rovo” o “Ritornerà l’estate”: sono solo la punta dell’iceberg. Come recita il press sheet senza paura: un po’ di new wave alla Joy Division o i synth degli Editors (non quelli iper pompati delle ultime cose, per fortuna) mischiati al cantautorato toscano, il trittico Ciampi, Fiumani, Bianconi. Senza dimenticare i ritornelli che ti si piantano in testa, pop, si pop.
Eugenio Sournia miglior autore ‘Dark Pop’ per i prossimi 10 anni. A posto.