Richiede un bello sforzo in termini di sospensione dell’incredulità , perchè non risponde a una domanda che sia una e cala il misterioso personaggio di Mastandrea sulla scena praticamente dal cielo, ma accettato questo si lascia guardare molto bene.
Interessantissima la scelta di non mostrare mai le azioni dei personaggi, ma svelarle soltanto mediante i loro racconti al mefistofelico residente del bar del titolo, cosa che richiede uno sforzo attoriale notevole e quasi sempre proficuo (bravissimi i vari Mastandrea, Giallini, Papaleo, D’amico, ma anche Muccino, un po’ meno, molto meno, la Ferilli).
Una cosa: ma non si può fare nulla per evitare in certo cinema italiano sto chitarrazzo elettrico dozzinale che entra a sottolineare i momenti clou? Dio buono, non se ne può proprio più.