Non c’è molto da dire su questo nuovo album dei Therapy?, ma non perchè sia scadente, anzi, ma proprio perchè è il disco che ti aspetti dal terzetto irlandese guidato dal sempre eroico Andy.
Quando ci si approccia i Therapy? c’è sempre quel ricordo, più o meno sottotraccia, di un album fondamentale come “Troublegum”, che spesso diventa punto di riferimento per i recensori, ma, tutto sommato anche per la band, perchè seguire modelli così virtuosi non può che far bene. Chiariamo subito che quel disco rimarrà ancora solitario nell’Olimpo, poco da fare, ma questo album (così come il precedente, almeno per chi vi scrive) si può davvero far notare per canzoni più che riuscite, che hanno il profumo magico di quel lavoro datato 1994: secche, tese, vibranti, incazzate e con i giusti richiami alla discografia che conta della band (canzoni come “Crutch” o “Callow” non possono non entrare subito in circolo per la familiarità dell’ approccio sonoro).
Chris Sheldon sa perfettamente come rendere il suono della band snello, melodico (la voce di Andy è sempre splendida nei suoi cambi di tono e nell’impostare ritornelli sempre incalzanti) e vibrante ma nello stesso tempo lo modella in modo che il pugno faccia male, molto male. I temi dell’album sono quelli di una band che, da sempre, decide di non adeguarsi e che si sente fuori dal mondo: resistere, tenere gli occhi aperti e il cervello acceso e capace di spirito critico per non lasciarsi catturare da tutte queste divisioni, dai rancori e dagli incompetenti che ci circondano.
Energia, muscoli, ironia e la voglia, nonostante tutto, di stare ancora una volta in trincea. I Therapy? non deludono.