Sembra di essere in un episodio di O.C.
Discretamente qualche cosa”…ma non troppo. Indie pop da non sottovalutare totalmente. Chi sottovaluta sempre poi si ritrova con l’intestino gonfio di puntine da disegno. Qui le cose sono semplici: canzoni fresche in stile “Mi dia per cortesia tre etti di new wave chitarristica senza troppo impengo sociale (“No Trace”) e ci aggiunga anche un altro po’ di salsa rock solare (ce l’ha per caso qualche corrente dalla Florida?)”. Friendly. Molto friendly. Anzi, molto Radio Friendly (United Shifter”…) ma non per questo da processare per direttissima con la bava alla bocca e il ghigno da invasato.
Sentite, io non mi posso sempre intossicare il pancreas con i fumi alcolici di cose intricate. Spesso mi bastano anche solo due accordi. Due. Non uno di più. Stop and go, il tom che si fa sentire, cambi di ritmo interessanti ma nulla di nuovo (“Zero To Brutal”) e testi veramente pessimi che al massimo parlano di ormoni impazziti o altre amenità affini e atmosfere forse un po’ troppo college rock da sbarbatelli a stelle e strisce. Ma non m’offendo. Anzi, alzo il volume e poi dimenticherò tutto, come al solito.