La scorsa notte ho ordinato un drink; ed improvvisamente è esplosa la violenza dei ricordi. Avevi riscritto le leggi della Natura. Erano tempi strani, ma dicevo: il sole splende, non c’è niente che mi manchi. Ma il sentimento dell’onnipotenza mi aveva intossicato. Finchè non mi è rimasto soltanto il mio organo, il piano e poco altro (una tromba, qualche campanello…) che mi riempie di solitario orgoglio.

Lo suonerò finchè non arriverà  la morte a portarmi via da qui. Sono lontani i tempi in cui ero soltanto una bambina serena. I miei progetti non esistono più; sono intrappolata in questa triste melodia, a ripetere strofe all’infinito; a cercare invano di raggiungere l’eleganza di Diana Krall (“Valerie” e “Once Was A Serene Teenage Child”) ed i disperati e splendidi canti di Antony (“Today, Tuesday”). Non mi rimane che questa casa silenziosa e questo albero di Natale, avvolto di una triste elettricità .