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Label: NOBLE
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La giapponese Noble Label inaugura su IFB una nuova rubrica dedicata alla presentazione di etichette discografiche indipendenti provenienti da tutto il mondo. Come di consueto, IFB si propone di trattare sonorità eterogenee, senza alcuna restrizione di sorta che non sia quella di promuovere musica di qualità . Il Giappone è una terra singolare, una nazione in cui convivono elementi più disparati in perfetta armonia. La stereotipata ossessione per il lavoro, che si traduce in ritmi professionali impensabili per gli occidentali, viene bilanciata dalla tranquilla meditazione zen, mutuata intorno al 1600 dalla Cina; agli skyscrapers delle grandi città corrispondono i templi religiosi immersi nella quiete di rigogliose e millenarie foreste; alla presunta ed ingenua idea di omologazione culturale dei cittadini si oppone una visione ““ specie da parte dei giovani, ma non solo ““ assai aperta delle diverse sfere dell’universo artistico contemporaneo ( restando nell’ambito musicale più recente, basti pensare alle riflessioni minimaliste di Ryoji Ikeda, ai divertissment dei Pizzicato 5 e alla lisergia epica dei Ghost ). In questo contesto multiforme, negli ultimi cinque anni la Noble Label di Junji Kubo è divenuta principale espressione di una luminosa ed intensa ” musica per la vita quotidiana “, modellata su strutture pop ” da camera ” ed influenze classiche, field recordings e tenui afflati elettronici. Una musica fortemente evocativa e profondamente emotiva nella sua commovente delicatezza, un’attitudine intima che si rispecchia tanto nelle produzioni quanto nell’esile artwork che riveste, elegantemente, ogni album. Tutto il concept che c’è dietro all’etichetta lo ritroviamo nelle sue ultime deliziose uscite: ” Secret Figures ” di Yasushi Yoshida, ” Lush Rush ” di Midori Hirano e ” Gllia ” di Kazumasa Hashimoto.
Midori Hirano è una giovane pianista di Kyoto che, laureatasi in pianoforte presso l’Università della sua città , ha iniziato a comporre musica unendo al suo background classico le possibilità offerte dai computer e dai samples. Dopo tre anni di concerti in tutto il mondo, Europa compresa, approda alla Noble, che nel 2006 pubblica il suo album d’esordio ” Lush Rush “. Pur mantenendo fede al pop cameristico della Noble, la Hirano è forse l’artista che meglio interpreta il concetto di ” music for daily life ” propugnato dall’etichetta. Nei solchi di ” Lush Rush ” si percepiscono non solo le tenui atomosfere zen che abbiamo incontrato nel lavoro di Yoshida, ma una più ampia apertura alla contemporaneità , che in Europa come in Giappone, vuol dire anche sottile inquietudine. Ecco allora il climax post rock vicino ai Sigur Ros di ” Ancient story in the Room “, le distese oscure infettate da screzi elettronici di ” Night Wish ” e il tunnel minaccioso ma, in fondo, pieno di speranza rappresentato dalla toccante bellezza pianistica di ” Leaving “, che chiude l’esordio di un’artista che a poco più di 27 anni sembra aver già raggiunto la propria maturità . L’opera più accessibile e più ricca di spunti popular in senso classico è senza dubbio ” Gllia ” di Kazumasa Hashimoto. Compositore dotato di qualità superiori alla media, pianista ” insignito ” dell’onore di aprire alcuni concerti per Ryuichi Sakamoto e per alcune bands della Morr Music durante il loro tour nipponico, Hashimoto approda alla Noble per licenziare il suo terzo album in tre anni ( altrettanto convincenti furono peraltro ” yupi ” nel 2004 ed ” epitaph ” l’anno successivo ). ” Gllia ” è un raffinato dolcificante alle amarezze della vita, un album in cui glockenspiel, violini, vibrafoni e marimbe dialogano gioiosamente con trombe, clarinetti e pianoforti. ” Gllia ” è un pomeriggio di fresco sole primaverile ( ” Mr. Gleam ” ). ” Gllia ” è un malinconico e inatteso addio sotto una fitta pioggerellina di glitch e piano ( ” Ruinruin ” ). ” Gllia ” è una insperata e commovente retrouvailles ( ” Drama ” ). ” Gllia ” è un album prezioso, che usa la musica per parlare al cuore, senza mezze misure ma in modo discreto. ” Gllia ” è un piccolo, misconosciuto, gioiellino pop. Dopo questa breve e doverosa introduzione al mondo della Noble, facciamo quattro chiacchiere con Junjii Kubo, il manager che l’ha fortemente voluta e che ne gestisce quotidianamente i programmi. Allora Junji, parliamo della Noble Records. Com’è nata l’etichetta, qual’è il concetto principale che c’è dietro al vostro progetto? Artisti come Midori Hirano e Kazumasa Hashimoto hanno un background musicale contraddistinto da una formazione decisamente ” classica ” ( studi di pianoforte, conservatorio ) ma nello stesso tempo la loro musica si arricchisce frequentemente di elementi elettronici. Cosa ti ha portato a decidere di produrne gli album? Che tipo di risposte hai avuto dal pubblico asiatico e, in generale, nel resto del mondo? Ogni album targato Noble possiede un artwork delicato, basato su colori tenui e fragili disegni, che a volte ricordano certo astrattismo pittorico ( penso specialmente alla copertina di ” Secret Figures ” di Yoshida, che mi ricorda alcuni lavori di Mark Rothko ). Per descrivere la musica di ” Secret Figures ” è stata usata l’espressione ” New Impressionist Music “. Trovi che questa definizione esprima correttamente il lavoro di Yasushi Yoshida? Molti dei vostri artisti ““ in particolare Hashimoto ““ mi ricordano alcune bands della tedesca Morr Music. Pensi che la Noble abbia realmente dei punti di contatto con l’etichetta europea? Cosa ci dici delle prossime produzioni della Noble? Continueranno a seguire il concetto di ” music for daily life ” o si apriranno anche a nuove ed inedite direzioni musicali? C’è qualcos’altro che vorresti aggiungere per il pubblico italiano? |
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