Ho trovato una ragazza che suona il piano. Ho trovato delle nuvole elettriche cariche di viola e blu. C’è qualcuno che dall’altra parte dell’oceano produce dischi e li confeziona con classe. Acquerelli gentili con voce di donna. Il pianoforte prima di tutto, e di contorno di suoni avvolgenti e rassicuranti.
“Clouds electric” suona come se Beth Orton e Tori Amos si incontrassero a colazione e decidessero di scrivere qualche canzone insieme: il tono dei brani è confidenziale ma non troppo intimo e claustrofobico. Si respira un’atmosfera elegante, le melodie ci sono, ma non siamo di fronte ad un disco da canticchiare sotto la doccia o quando si corre con gli auricolari dell’ ipod infilati nelle orecchie.
Emozioni da spazi aperti, da viaggio notturno in cui gli occhi scrutano di tanto in tanto l’orizzonte oscuro ai bordi delle autostrade. Luci in lontananza, odore di foglie bruciate e il frizzante profumo del primo freddo invernale. Stanotte ho incontrato una ragazza che suona il piano, ne indosso le melodie e i suoni e già so che mi innamorerò una volta ancora. A perdita d’occhio.