[ratings]

Le luci della sera è il terzo episodio di una trilogia non dichiarata che comprende L’uomo senza passato (2002) e Nuvole in viaggio (1996). Una sorta di epopea dei perdenti, che Karuismäki ha realizzato in totale indipendenza e con mezzi minimali, cosa che del resto fa parte della sua scelta poetica. Dopotutto, è uno che i film se li produce da solo, oltre a dirigerli, scriverseli e montarseli.
La storia del guardiano notturno Koistinen sembra un noir rarefatto, e l’unica cosa che si avverte con chiarezza durante la proiezione è la “durata” del tempo cinematografico. Un’ora e venti di piani fissi, e di sequenze risolte in modo puramente visivo, tanto che alla fine la parola e i dialoghi, impostati e freddi come quelli delle didascalie dei film muti, sembrano essere l’unica cosa superflua del film.
Karuismäki risolve con i dettagli del viso, o con un ottimo senso della costruzione della sequenza: tra i momenti migliori c’è quello in cui Koistinen è nel cinema assieme alla misteriosa bionda che l’ha avvicinato in uno squallido bar, o la sequenza in cui lo stesso viene pestato fuori campo da una banda di bulli dopo aver cercato di difendere un cane. Piani fissi e in campo totale, l’abc del cinema.
Del resto il regista finlandese ha largamente confessato di aver preso ispirazione dai film di Chaplin, e la monoespressività  del protagonista, pur sottoposto ad ogni tipo di sollecitazione emotiva, ricorda quella di Buster Keaton. Il richiamo a Chaplin forse è anche nell’esasperata passività  con cui Koistinen accetta ogni beffa ed ogni inganno subito da esseri umani per lo più ostili, senza mai ribellarsi sostenuto dall’incrollabile ottimismo di poter risollevare la sua situazione.
Ovviamente, Kaurismaki rifiuta qualsiasi tipo di drammaturgia classica e di partecipazione emotiva dello spettatore: il suo sguardo è quello freddo di un analista che difficilmente si lascia andare alla commiserazione verso il suo protagonista, che da un modesto impiego scivola via via in una serie di inganni fino a perdere persino la libertà . Eppure, Koistinen riesce solo lì a trovare un sorriso, tra le mura di un carcere, dopo essere stato ingannato dalla donna sbagliata, l’unica che avesse mai incontrato.
Una punta di compatimento c’è, ed è forse affidata al finale che ridà  un gesto di speranze in mezzo alle rovine industriali della capitale scandinava.
Il cinema di Karuismäki resta un grandissimo esempio di idee, di una restituzione dell’immagine al valore primitivo che aveva alla nascita del cinema, di un totale rifiuto di ogni scappatoia spettacolare. Forse, l’unico difetto è l’eccessivo compiacimento con cui sembra essersi rinchiuso dentro al bunker dell’autorialità .
Locandina
“Le Luci Della Sera” su IMDB
Con Janne Hyytiäinen, Maria Heiskanen, Maria Järvenhelmi, Ilkka Koivula, Vesa Häkli, Aarre Karèn
Sceneggiatura di Aki Karuismäki
Fotografia di Timo Salminen
Scenografie di Markku Patila
Montaggio di Aki Karuismäki
Prodotto da Aki Karuismäki
Distribuito da BIM