The Niro nasce artisticamente come band e solo successivamente diventa il progetto solista di Davide Combusti. Come mai hai scelto questa strada? Certo le tue capacità  di polistrumentista ti avranno dato una mano non indifferente, ma immagino che tu non abbia intrapreso questo percorso solo per questo motivo”…

C’è stata una sorta di diaspora: era un periodo in cui i musicisti nel gruppo andavano e venivano. Già  dall’inizio portavo sia musica che testi; poi della formazione originale eravamo rimasti in due: appunto io e Guido, che ora suona il basso nei Cat Claws. La decisione di proseguire da solo è stata vissuta tranquillamente da entrambi.


Hai 26 anni eppure il tuo curriculum è maledettamente colmo di esperienze, concerti e collaborazioni che hanno dell’incredibile, visto che ancora non hai pubblicata neanche un album. Come vivi questa tua situazione di artista fondamentalmente underground che pure collabora e suona con i gruppi più importanti di tutto il globo? Anche dall’esterno fa veramente piacere vedere che un ragazzo romano, senza grandi major alle spalle, riesce a farsi spazio nella scena indie internazionale solo grazie al proprio talento”…

Ti ringrazio! Alcune di queste esperienze sono state davvero emozionanti, ma ti confesso che interiormente le vivo tutte come semplici episodi, e non ci ripenso molto. Poi vengo da una famiglia in cui non ci si culla troppo sugli allori. Mi ricordo quando dissi a mio padre che stavo andando ad aprire il concerto dei Deep Purple. Lui mi guardò e mi disse “E allora? Io ho suonato con Orietta Berti!”. 🙂

Hai suonato negli States (a Tucson) e a Londra (aprendo per Carmen Consoli), hai stretto contatti con artisti e addetti ai lavori stranieri (di recente il manager dei Radiohead Chris Hufford), quale opinione hanno all’estero dell’attuale, aggiungerei florida, scena indie del nostro paese ? Etichette, produttori, musicisti, guardano alle produzioni di casa nostra con particolare interesse o ci reputano ancora solo onesti autori di musica nazional popolare ?
So di gruppi che conosco bene, e di cui non posso fare nomi nomi, che sono oggetto di interesse da parte di label straniere. Non ho dubbi al riguardo: l’Italia è già  entrata nell’Europa che suona.

Personalmente se penso a The Niro ma anche a band come FakeP, Canadians, Turnpike Glow, Amycanbe, ect “… ho l’impressione che questi siano anni d’oro per la scena indie nostrana che canta in lingua inglese. Sei d’accordo ?
In linea generale sono d’accordo con te, e spero che anche le grandi labels italiane se ne accorgano.

Girando su internet ho trovato notizie piuttosto vaghe in merito al tuo primo album ufficiale. Dal blog del tuo MySpace leggo per esempio che la fine delle registrazioni erano previste per i primi di Febbraio, mentre per quanto riguarda l’etichetta si vociferavano interessamenti da parte di label straniere. Ad oggi puoi darci informazioni più precise sul tuo atteso debutto?
Il disco è concluso: in questo momento sono in corso trattative sul fronte estero”… diciamo che c’è ottimismo, ma non posso dire altro!

Molti ti hanno conosciuto grazie alla cover di “I Fought In A War ” per la compilation tributo ai Belle & Sebastien ideata dalla Kirsten Records. Posto che la tua interpretazione è una delle più riuscite, cosa ti ha portato a questa partecipazione?
Giuseppe e Filippo, i fondatori di questa bellissima net label, un giorno mi scrivono e mi chiedono se avessi avuto voglia di partecipare al tributo con una cover. Subito ho pensato a “I fought in a war”, uno dei brani più malinconici dei B&S, e dopo un paio di giorni gliel’ho mandata, nella versione più lo-fi possibile. Sul famoso blog americano Little Radio addirittura mi hanno dedicato un intero articolo in cui si parla di questa mia cover. Cosa che mi ha fatto molto piacere!

Attuando il processo inverso invece quale band o artista troveresti perfetto per realizzare una cover di una delle tue canzoni ? Quale brano si presterebbe bene al progetto e perchè ?
Uhm, domanda difficile: proprio in questi giorni pensavo a un brano, Baisers Volès, che fa parte del disco appena terminato. Ha la cassa dritta per quasi tutto il pezzo: non sarebbe male farne una versione stile Justice. Preferisco sulle cover che si cambi totalmente scenario, piuttosto che farle troppo simili all’originale. Ho molto apprezzato per esempio, quel disco di reinterpretazioni reggae di brani dei Radiohead.

Ascoltando i tuoi pezzi, non si può dar torto a chi ti accosta a Tim Buckley ed Elliot Smith, ma onestamente nella tua musica credo si percepisce anche un certo piglio pop, romantico solare, talvolta disperato ma pur sempre pop. Che mi dici in proposito?
Beh, sì, la componente pop è presente, e la cosa mi fa piacere: amo creare cose astruse, ma anche scrivere la semplice canzone senza troppi fronzoli.

Parlando invece di ispirazioni, sono dell’idea che la tua musica si avvicini più a certo cantautorato e sonorità  americane che non a recenti modelli inglesi (per esempio Smiths, The Coral, Badly Drawn Boy citati come tuoi ascolti frequenti), come ho letto da qualche parte . Per esempio qualche anno fa vedendoti suonare per la prima volta dal vivo al Circolo degli Artisti , ho accostato la tua musica a due nomi in particolare : Jeff Buckley ma soprattutto Calexico.
Adoro i Calexico, mi fa davvero piacere l’accostamento. Per quanto riguarda le influenze, ad essere onesti nessuna delle band citate sopra ““ gruppi che adoro, per carità  – rientrano veramente nelle mie ispirazioni. Mi ispira più la cinematografia. Succede sempre: guardo un film e durante la visione prendo la chitarra. E anche il quotidiano: una giornata grigia, un episodio più o meno piacevole, uno stato d’animo passeggero. Per quanto riguarda Jeff Buckley, mi ricordo quando lessi la sua biografia: era nero di rabbia perchè dicevano che era una copia di Micheal Bolton. Ci puoi credere? Oppure Elliott Smith che veniva accusato di copiare i Beatles. Non. E’ strano, ma non mi sento proprio vicino a Jeff Buckley. Avendolo conosciuto dopo aver iniziato a suonare e, soprattutto a cantare, mi fa uno strano effetto: un po’ come se mi dicessero che ho tre piedi. Poi c’è gente che lo dice per farti piacere, e li ringrazio ““ per me è grandissimo – altri invece pensano che lo voglia imitare. Per queste persone dico solo che mi sento decisamente più un musicista che un cantante, e che avranno modo di essere smentiti quanto prima.

Hai aperto concerti per moltissimi artisti di caratura internazionale. Dai Deep Purple ad Isobel Campbell, da Sondre Lerche a Lou Barlow. Cosa mi racconti di queste esperienze ? Sai benissimo che in piena “vallettopoli” e d’obbligo farsi i cazzi di tutti. Raccontaci qualche aneddoto interessante sull’incontro con i gruppi con cui hai condiviso il palco.
In piena vallettopoli giustamente non posso esimermi! Ti racconto questo episodio di Lou Barlow, durante la data al Circolo degli Artisti. Dovevo aprire il suo concerto, era una delle prime volte che suonavo voce e chitarra. Scendo dal palco, e mentre mi dirigo al bancone lo incrocio. Lui mi ferma e per 5 minuti buoni mi riempie di complimenti, tanto che ero diventato tutto rosso per l’imbarazzo. Finito il suo concerto gli porto il mio demo. Lui lo prende e fa “Se mi mettessi a vendere la tua musica, farei davvero i soldi”. Spero proprio che abbia ragione!

Nel caso non bastasse il moniker che ti sei scelto, sul tuo myspace scorrono le foto di alcuni film che hanno fatto la storia del cinema, tra cui quella dell’Antoine Doinel truffautiano, che è il mio film preferito tra l’altro”…Inevitabile chiederti del tuo rapporto col cinema e ““ perchè no? ““ di stilarci una breve classifica delle pellicole che ti hanno cambiato la vita”…
Con il cinema ho una bellissima storia d’amore! Per Truffaut ho una sorta di venerazione: poi amo Antonioni, Linch, Leone, Fellini, Chabrol. Ti dico solo che a casa ho più film che cd.

Faccio una top five, sul modello di Hornby:
1)Baci rubati – Truffaut (direi tutte le sue opere a parimerito)
2) Il grande dittatore – Chaplin
3)C’era una volta in America ““ Leone
4)Casablanca – Curtiz
5)Lo spaccone – Rossen

In pochi mesi la serata romana di Sporco Impossibile sta diventando un punto di riferimento della ” scena ” romana: gruppi emergenti, ottima promozione e tanta buona musica. Come sei entrato in contatto con i ragazzi dell’organizzazione e come giudichi eventi di questo tipo? A mio parere negli ultimi anni Roma sta crescendo parecchio dal punto di vista musicale, tra concerti ormai numerosissimi ( cosa che nemmeno una decina di anni fa era impensabile ) e ” istituzionalizzati ” ( le molte manifestazioni legate alle nuove espressioni della musica elettronica che si tengono all’Auditorium ) e la crescita di artisti locali ( penso a te o agli stessi Tunrpike Glow ).
I ragazzi di Sporco Impossibile mi hanno contattato qualche mese fa, e quando mi hanno chiesto di far parte del cast di Sporco Impossibile ho accettato con entusiasmo. Per quanto riguarda Roma sono d’accordo: negli ultimi anni sta crescendo benissimo. Fino a qualche anno fa più che i gruppi mancavano i locali, ora invece ne aprono costantemente di nuovi, ed è bello vedere che anche luoghi storici come il Piper stiano tornando alla musica dal vivo. Sulla crescita degli artisti locali, ce ne sono di bravissimi: spero in senso ampio che la scena romana tutta diventi un modello da esportazione. Su questo sono ottimista.

Link:
The Niro Official Site
Amycanbe MySpace
Sporco Impossibile Official Site
Sporco Impossibile MySpace
Circolo Degli Artisti Official Site

Mp3:
I Fough In A War (Belle & Sebastian cover from the compilation “A Century Of Covers [Belle And Sebastian Tribute]” – Kirsten Records)
When Your Father (from the compilation “Indies” – Peterean Records)