La cipolla. Metafora di qualcosa che ti impregna e non ti molla, volente o nolente. Prototipo del concetto di un multistrato sempre sorprendente.
Consiglio a chi volesse un report dettagliato e precisino del suddetto concerto di cercare altrove. Perchè? Perchè la situazione era così coinvolgente, dinamica e praticamente perfetta nella sua estasi che l’attenzione che avrei potuto e dovuto dedicare ai titoli delle canzoni proposte e alle abilità tenicostilistiche ho preferito addormentarla avendo come primario obiettivo quello di fondermi epidermicamente con l’incendiaria atmosfera.
Dalle 23.00 alle 01.00 la crew di Sacramento non si è e non ha mai concesso un attimo di sosta nel senso letterale della parola. Nemmeno il classico riposino pre_last_two_songs.
Anche perchè uno dei due addetti alle turbo-batterie (Mr. Pugh) si alternava al frontman-vocalist o vi duettava, consentendo così la reciproca ricarica delle pile e di non mettere troppo a dura prova le gambe del pubblico scatenato e infatuato con la ritmica elettronica. Esattamente, ho detto “uno dei due addetti alle turbo-batterie” , perchè tanti erano. Anche se a dire il vero il numero dei cerimonieri sul palco era assolutamente indefinibile: all’orecchio almeno venti re incontrastati di campane, drums, chitarre, bassi, sax, tastiere, campionatori, trombe, synth e di tutto ciò che potesse emettere un suono corposo e dal ritmo incalzante.
Un gruppetto di indemoniati nerd, schizofrenici nei movimenti, in continuo saltellamento dalle torri sulle quali erano posizionate le stantuffanti casse fino agli angoli più remoti del palco e tuffandosi tra il pubblico sfruttando al massimo il chilometrico cavo del microfono. I balletti inscenati da Nic Offer, assurdi al di fuori del contesto, sono perfetti e fomentano ulteriormente il delirio dell’incredibile quantità di gente accorsa per i !!!, sulla carta con molto appeal ma mai appoggiati a mio avviso da un’adeguata promozione: in ogni caso l’Estragon ha risposto nel migliore dei modi.
Quanta gioia per aver avuto l’occasione di partecipare a questa serata eccezionale, da loro riconosciuta in un “‘intervista alcuni giorni dopo come “”…una delle migliori date dei nostri anni di lives”…”, trascinatori indiscussi in un vortice da dancefloor, dal quale voler uscire solo per il fatto che dopo due ore di tale intensità le energie vengono meno e l’umano corpo necessita di tregua . Ma nella mente posseduta non è sicuramente il riposo ciò che si vuole.
Dopo aver vissuto l’esperienza live delle balzane scimmiette posso dire che sono un collettivo in senso stretto: i classici loser individualmente che però messi insieme sono un tripudio di energia da fare un baffo a Chernobyl-1986, lontani dall’essere fenomeni o divi de noartri.
C’è una voce dentro di me che grida:”Ancora ancora ancora!”, anche se dopo questa lunga modalità di acidodelirio le uniche energie rimaste sono per godere delle intense sensazioni: non voglio più lavarmi da questo sudore.
Si godranno domani sera lo spettacolo i milanesi, anche se dubito fortemente potrà essere così esemplare: sento di aver avuto il privilegio di aver preso parte ad una serate epica ed indi(e)menticabile.
Ora è più evidente l’allegoria della cipolla? Sorprese e meraviglia a non finire.
…Must be the moon”…
“MYTH TAKES” review on INDIE FOR BUNNIES
|