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Non ricordo più la tua voce. La bocca, i denti, gli zigomi, la pelle, lo sguardo. Quelli sì. Fisso le tue labbra, escludo ogni cosa. Le chiudo in un quadrato sfocato di memoria. Parli, ma non ricordo. Senza voce sei bella a metà . Ogni sforzo è vano, sei muta e meravigliosa, ma pur sempre muta. Non sopporto più questa vana attesa. Metto su l’ultimo di Keren Ann e ti immagino con la sua voce. Indolente, malinconica, scura, seducente come un cappottino blu indossato da una ragazza francese a spasso su un ventoso boulevard. Profonde e lente virate chitarristiche dipingono l’entrata in scena dell’ultimo album di Keren, come in “It’s all a lie”, una preghiera da recitare per tutta la notte. Scivola come lenzuola di seta sulla pelle, sinuosa s’infila accarezzando orecchie stordite dal baccano insulso della vita. Si sprofonda, nessuna resistenza da opporre mentre si viene inghiottiti dalle carezze di Keren, che ha talento da grande nell’imprimere il suo sigillo su pochi accordi riverberati. Un battito di mani, leggero come ali di farfalla è tutto quello di cui abbiamo bisogno (“Lay Your Head Down”), mentre il crepuscolo primaverile rinfresca l’aria intorno. Ed infatti l’orario ideale per ascoltare questo disco è tra le sette e le otto di sera: c’è luce, ma non stordisce, l’oscurità si avverte ma ancora non ingloba il tutto. Tra sensazioni al chiaroscuro le nove canzoni dell’album confermano l’israelo-francese come una tra le più intriganti chanteuse dei nostri tempi, erede legittima di un passato i cui numi tutelari vanno da Suzanne Vega a Kate Bush. L’indolenza nostalgica di “In Your Back” ha il sapore dei pensieri più lievi, di una visione al rallentatore. Mentre “It Ain’t No Crime” ha un sapore vagamente retrò, con la voce di Keren che esce fuori come da un vecchio grammofono degli anni Venti, gli anni dell’eleganza tout court. Che poi il disco risenta di qualche ripetitività o che si risollevi nel finale con “Between The Flatland And The Caspian Sea”, vivacizzata da un organetto dal sapore sixtie, non ha importanza perchè a Keren Ann si perdona tutto e comunque. E non fa niente se continuo a non ricordarmi la tua voce. Per oggi mi basta e avanza quella di Keren. |
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