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Ora mi arrendo definitivamente. Saremo sempre un passo indietro. La Svezia è il paese del futuro. Si, perchè se è capace di sfornare un disco del genere non c’è speranza di competere con questi nordici sonici a tutti tondo. Alex Willner, in arte ‘The Field’, riesce nell’impresa di shockarmi con un disco techno. Ma l’etichetta è solo apparenza. Un flusso regolare di sogno e sudore, un bagno, un’immersione ipnotica nella notte stellata, caledoscopio elettrizzante, una base che va in loop su trame aperte, un respiro per battere a tempo nel suono immaginifico che crea scie da seguire ad occhi chiusi. Costruisce odori e musica, manovra luci stroboscopiche nel mio cuore, plasma direttive tra echi e droni, trame spesse come velluto, profonde, pastose e granulose, le sento scorrere tra le mani e già  scivolano a saturare l’aria. Sogno, sogno sogno. Entrare nella camera iperbarica di mr. Willner e non uscire più. Ripressurizzare e tarare per bene i battiti agonizzanti del mio sangue in fase discendente. Chiedimi quello che vuoi. Che giorno è? Fuori la memoria e gli occhi. Nessun tempo. Lo chiamano pop ricombinante, e cioè prendere un piccolissimo frame di una canzone e farlo andare a ripetizione, manipolandolo, disfacendolo, alterandolo ed usandolo come infinitesimale punto di partenza dal quale poi si dipana tutto il tessuto sonoro. In fondo anche l’universo sarà  iniziato da un nulla microscopico. E qui The Field spara nello spazio siderale Kate Bush, laddove in ‘Over the Ice’ estrapola, scompone e plasma di suggestione ‘Under Ice’, e udite udite Lionel Ritchie, che mai era stato così brillante. Un suono tondo avvolge l’ascolto, una certa maliconia di fondo bacia e si tormenta col ritmo dei corpi in cerca di nuove sorgenti sonore. I dieci brani scorrono via morbidi, mai aggressivi, soffici come una brioscina, abbracciano le menti e le rapiscono per una buona oretta o per chissà  quanto altro tempo ancora. Raramente il titolo di un album è riuscito a racchiudere nelle sue poche parole il senso dell’intera opera. Arriva l’estate, arriva vento fresco da Nord.

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From Here We Go To Sublime [ Kompakt – 2007 ] – BUY HERE
Similar Artist: Manuel Gottshing, Apparat
Rating:
1. Over The Ice
2. A Paw In My Face
3. Good Things End
4. The Little Heart Beats So Fast
5. Everday
6. Silent
7. The Deal
8. Sun & Ice
9. Mobilia
10. From Here We Go Sublime