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Cosmos naviga impassibile ed elegante attraverso un’oscurità  siderale, osservando il silenzio e cercando di imitarlo, provando a fare suoi i misteri di un mondo sonoro che è altro da ciò che conosciamo “musica”, un rassicurante universo di accessibili suoni organizzati. Sei sono i pezzi che compongono questo viaggio verso l’astrattismo musicale estremo all’opposto del rumorismo inteso come arte sonora basata sulla devastazione e trasfigurazione del suono. Se vogliamo la devastazione e la trasfigurazione ci sono, ma in una maniera impalpabile, leggiadra, distaccata, Campionamenti e parti originali si amalgamano scivolando gli uni dentro le altre con il risultato di un qualcosa che non solo non è la mera somma delle parti, ma va ancora oltre, fino a creare un’arte “illusoria” in cui, da strutture all’apparenza scarne e desolate, zampillano fuori improvvise stille di frasi musicali, sbocciano evanescenti virgulti sonori splendidamente inconcludenti, come sottili balaustre di cristallo di abbacinante bellezza che fuoriescono da pertugi semi-nascosti all’interno paesaggi mistico-elettronici di una trasparenza soprannaturale, una trasparenza che permette di intravedere uno scenario oscuro, senza fondo, senza fine o riferimenti comprensibili, senza appigli. A parte la techno minimalista, oscura e pavida di Cielo e Cometa, il Murcof più magnetico lo si ascolta negli altri brani che rappresentano un ulteriore passo in avanti rispetto al passato.
Difficile da spiegare a parole la classe del messicano. Non viene data attenzione al “centro” della musica, ma ai suoi aspetti “periferici”, ai dettagli che si innalzano in misurati volteggi, in esplosioni composte, orizzontali. Si avverte un senso di mistero, ma anche di serenità . Si prova stupore, ma si deve rimanere seduti, con rispetto e costumatezza.
Cuerpo Celeste è un astro buio avvolto in una nube glitch radioattiva che emana crepitii soffusi, illuminato da improvvisi fiotti di organi, percussioni e angelici pseudo-vocalizzi sintetici che rompono un quasi-silenzio così irreale che è quasi assordante nella sua assoluta inconsistenza.
Invece Cosmos I e II decidono di sfidare il Nulla, con pesanti ma rasserenanti droni d’organo e un’avvenente elettronica fluttuante che si stagliano con grazia divina su quella superficie traslucida che divide noi dall’Ignoto. Con la suite finale Oort si precipita (ma a volo di piuma) in un sound elettronico più cupo e più spigoloso. Il Nulla ora è rugginoso, acuminato, inospitale. Campanelli soffocati, flauti strozzati o forse”…archi, pianoforti spettrali troppo lontani per essere uditi con certezza, filtri ed effetti sottilissimi e irti”…tutti questi nobili detriti musicali vengono sminuzzati e diluiti all’interno della composizione per poi venire travolti da raggelanti barriti.
Murcof manipola un sacco di elementi e ottiene un’opera inconsistente”…cosa avete capito? Inconsistente. Dunque senza forma. E Bellissima.

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Similar Artist: Telefon Tel Aviv, Terrestre, Infantjoy
Rating:
1. Cuerpo Celeste
2. Cielo
3. Cosmos I
4. Cometa
5. Cosmos II
6. Oort