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Cosmos naviga impassibile ed elegante attraverso un’oscurità siderale, osservando il silenzio e cercando di imitarlo, provando a fare suoi i misteri di un mondo sonoro che è altro da ciò che conosciamo “musica”, un rassicurante universo di accessibili suoni organizzati. Sei sono i pezzi che compongono questo viaggio verso l’astrattismo musicale estremo all’opposto del rumorismo inteso come arte sonora basata sulla devastazione e trasfigurazione del suono. Se vogliamo la devastazione e la trasfigurazione ci sono, ma in una maniera impalpabile, leggiadra, distaccata, Campionamenti e parti originali si amalgamano scivolando gli uni dentro le altre con il risultato di un qualcosa che non solo non è la mera somma delle parti, ma va ancora oltre, fino a creare un’arte “illusoria” in cui, da strutture all’apparenza scarne e desolate, zampillano fuori improvvise stille di frasi musicali, sbocciano evanescenti virgulti sonori splendidamente inconcludenti, come sottili balaustre di cristallo di abbacinante bellezza che fuoriescono da pertugi semi-nascosti all’interno paesaggi mistico-elettronici di una trasparenza soprannaturale, una trasparenza che permette di intravedere uno scenario oscuro, senza fondo, senza fine o riferimenti comprensibili, senza appigli. A parte la techno minimalista, oscura e pavida di Cielo e Cometa, il Murcof più magnetico lo si ascolta negli altri brani che rappresentano un ulteriore passo in avanti rispetto al passato. |
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