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Uno che si fa chiamare Reverend e afferma di voler fare il punto sullo stato delle cose ha due chance: o è ospite fisso di un ospedale psichiatrico, oppure è un cantante rock. La fortuna sorride a Jon McClure, che tra le due opta per la seconda possibilità : i suoi Reverend And The Makers sono l’ennesimo nome che dalle pagine virtuali di un myspace va a finire sui ben più concreti fogli delle riviste d’oltremanica che contano, e da qui nei negozi di dischi e nelle playlist dei club indie. Il tutto in nome del dio Hype. Considerarteli un po’ come i fratellini più sfortunati degli Arctic Monkeys: arrivano da Sheffield anche loro, rappresentanti di una effervescente Yorkshire Scene, e come le scimmie polari, affrontano temi da sobborgo urbano con testi veloci e crudi. Ma le affinità non finiscono qui, anzi: Jon McClure e Ed Cosens, 2/7 dei Makers, erano nei misconosciuti Judan Suki e poi nei 1984 con Alex Turner e Matt Helders, poi emigrati negli Arctic Monkeys. Ed il danzante robot from 1984 di “I Bet You Look Good On The Dancefloor” altri non è che lo stesso McClure. Insomma, i Reverend And the Makers hanno le carte in regola per far proseliti nelle indie-dancefloor di mezzo mondo grazie alla loro attitudine ammiccante e irriverente. Ma ribadisco, non aspettatevi rivoluzioni. |
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