Loren Connors è un uomo che ammiro e rispetto come pochi. Come musicista lo amo.

In trent’anni di carriera Loren Connors ha inciso più di 80 dischi. Da vent’anni usa un Tascam quattro tracce per le sue produzioni. Nel 2007 è uscito per i tipi della Family Vineyard “As Roses Bow: Collected Airs 1992-2002”, un doppio cd ricavato da dieci albums, e “The Hymn of the North Star”, il suo ultimo lavoro. Nel 2006 la stessa etichetta ha fatto uscire Night Through, triplo cd che copre 28 anni di singoli, brani da compilation e altri lavori mai usciti su album.

Moltissimi album sono stati tirati in un centinaio di copie. Loren Connors spesso lavorava con gli operai alle presse dei dischi, spesso confezionava lui stesso la copertina, dipingendola e piegandola.

Loren Connors suona la chitarra. Prima aveva una chitarra acustica. Poi succede che rompe una corda. Allora Loren Connors appende quella chitarra al muro, non la tocca più e imbraccia una Fender Stratocaster.

Loren Connors suona arie dolcissime, lente, rarefatte, minimaliste. Un distillato di cuore sospeso, un concentrato di calma intensità . Loren Connors improvvisa sempre: ogni brano è differente dagli altri, ma lo stile è unico e inconfondibile.

Loren Connors ha collaborato con grandissimi musicisti, da Derek Bailey a John Fahey, da John Zorn a Elliot Sharp, da Jim O’Rourke a Lee Ranaldo, da Jandek a Alan Licht.

La madre di Loren Connors ha origini italiane ed è una cantante lirica. Il padre ha origini irlandesi. Loren Connors per molti anni ha usato i cognomi di entrambi i genitori, e si faceva chiamare Loren MazzaCane Connors. Poi ha scoperto il significato di Mazzacane e, benchè abbia un cattivo rapporto con i cani (che hanno una certa tendenza a morderlo), da allora ha lasciato cadere quel nome.

Loren Connors è anche un artista visuale: i suoi inizi sono stati come studente di arte. Il suo mito è Mark Rothko ed i suoi enormi quadri dove due, tre colori base creano strati e strati di sfumature, sensazioni e significati. Ma ad un certo punto della sua gioventù ha pensato che il suo stile nella musica era più unico e personale di quello pittorico, e che con la musica si poteva campare ma con la pittura no, quindi ha cominciato a suonare il basso in un gruppo di r’n’r per poi passare al blues e alla chitarra con il bottleneck.

Lo stile musicale di Loren Connors non si è molto allontanato dal minimalismo visuale di Rothko: dal r’nr degli inizi Loren Connors è passato ad un folk rudimentale, poi al suo personalissimo stile fatto di note lente, pazienti, intime, piene di sfumature, che si succedono inevitabilmente, quasi come cadendo come stelle dal cielo.

A metà  anni settanta Loren Connors viveva negli squallidi sobborghi di New Haven Connecticut, tra spacciatori, ladri, in case con buchi nei pavimenti e fughe di gas. Allora andava a New York per suonare nella scena dei loft. La musica di quei tempi dipingeva la desolazione dei sobborghi, ed era costellati dei suoi spontanei mugolii, ispirati a quelli dei cani randagi che infestavano i cortili.

Loren Connors è stonato, così ama lavorare con cantanti. Con Kath Bloom ha avuto una lunghissima e bella collaborazione. I due provavano in un piccolo cimitero. Un’altra cantante con cui ha collaborato proficuamente è Suzanne Langille. Poi l’ha sposata. E continua a lavorare insieme a lei.

A metà  degli anni ottanta Loren Connors smette di suonare per tre anni, non sa cosa fare, non sa se il suo personalissimo fare musica ha ancora un senso. La collaborazione con Suzanne lo rimette in carreggiata, ed è allora che abbandona l’acustica con le corde rotte e passa alla elettrica. Insieme si trasferiscono di nuovo a New York e l’elettricità  sposta l’accento musicale verso un approccio più urbano, ricco di reverberi e distorsioni, ma l’atmosfera rimane magica.

Loren Connors comincia a diventare famoso nei primi anni ’90, quando è scoperto dai vari Jim O’Rourke,Thurstone Moore, Alan Licht.

Loren Connors scrive poesia, ovviamente minimalista. Loren Connors vince un premio in Giappone con un haiku. Loren Connors collabora con poeti, accompagnandoli nella lettura. Loren Connors produce colonne sonore di film muti, specialmente giapponesi.

Loren Connors ha il morbo di Parkinson da quindici anni. I farmaci che deve prendere quotidianamente danneggiano il suo modo di camminare, così gli capita di cadere. Recentemente si è fratturato polsi e bacino. Ora deve usare ausili e protezioni per proteggersi da altre cadute. Però Loren Connors è contento lo stesso e dice che le medicine tutto sommato lo aiutano a suonare con più energia, a tenere le dita incollate alla tastiera e a muoverle più velocemente.

A Loren Connors piace riascoltare le proprie improvvisazioni, rivivere i buoni momenti, e quelli cattivi. Loren Connors desidererebbe anche che la sua musica raggiungesse un pubblico più ampio: chi ascolta la sua musica non può fare a meno di amarla.

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