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Un intro strumentale, giocato tra basso (Martin), chitarra (Joe) e batteria (Andrew). Non hanno niente a che vedere coi gruppetti italiani. Nessuna smanceria, nessun ringraziamento di troppo, nessuna posa, nessun culto del vestito all’ultima moda, tanto i londinesi sono comunque, sempre, di tendenza. A tutti salta subito agli occhi la maglietta di lei, di un gruppo inglese della loro crew, i No Bra, con una stampa di dubbio gusto (erotico). Ecco, una cosa del genere sarebbe sembrata volgare su chiunque altro. Su di lei no. E il pubblico sembra fortunatamente capire. Alexis canta che sembra Siouxsie Così, in un balzo, dal palco del Mattatoio, torniamo alla Londra anni 80. “Mirror Mirror” è la prima vera canzone della serata, singolo dai toni melodrammatici uscito nel 2005: lei si muove come un gatto, aggira Martin e rincorre Joe, sale e scende dal palco, alterna una voce profonda e ipnotica durante i brani, ad una più flebile e dolce per presentare il pezzo successivo. Si susseguono le tracce del nuovo album, ” Troubles Of Keneat”, “Forget Me Not”, che mescolano il post-punk alla new-wave, o meglio come loro stessi affermano “delicate punk”. I suoni sono sempre molto pieni e decisi, a volte (“Parting Glaces”) sfiorano i My Bloody Valentine, mantenendo però una voce molto più nitida. Intonano “Foreo”, il singolo, che ha un intro molto klaxoniano, e si va piano piano addolcendo seguendo la voce di Alexis, che squadra il pubblico dall’alto cercandovi chissà cosa: noi dall’altra parte siamo tutti con gli occhi ( e le macchine fotografiche) attaccate a lei, aspettando la sua prossima mossa. Poi un paio d’altri pezzi, il tempo di salutare, e il concerto si chiude. |
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