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è una giornata grigia e piove, poco ma piove. Non avete voglia di uscire. Non sapete proprio come cazzo sbattervi. Il rumore della testa che colpisce le pareti non è abbastanza gradevole e ci ste dunque un po’ di musica. Bene, dedicate ventisette minuti appena all’ascolto dell’esordio del Jon Athans Project, nome dietro al quale si nasconde l’occhialuto Jonathan Pretz: “Hard Holidays” è un EP di appena sei tracce (cinque originali ed un remix di “Dumb Luck”, pezzo del californiano Dntel aka Jimmy Tamborello dei Postal Service) racchiuse in un raffinatissimo artwork. Gli ingredienti ci sono tutti per un buon disco di indietronica: battiti frequenti e mai eccessivi, effetti ambientali ed avvolgenti, chitarre eteree sempre in odor di shoegazing, melodie gettate disordinatamente qua e là ed una voce leggermente stentata che appare saltuariamente in un angolo. Di dischi di questo tipo se ne sono sentiti assai negli scorsi anni, più volentieri io ricordo Domotic e Lali Puna, ma anche questo “Hard Holidays” non è affatto male. Non gli davo tanto credito, ma stupisce la cura con cui è trattato il suono (sempre espanso e potente) per essere un disco da cameretta, stupisce il battito sempre presente e ben organizzato senza per questo essere in primo piano, stupiscono certe soluzioni orchestrali che impreziosiscono le canzoni. Chiaramente ci sono anche difetti: su tutti una voce poco convincente e armonie non sempre originali. Ma sono peccati veniali, perchè questo disco è perfetto se vi perdete con lo sguardo fuori dalla finestra in meandri di gocce, luci e cemento. Quest’album probabilmente non ce lo ricorderemo a fine anno, ma sono comunque ventisette minuti spesi bene. |
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