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Avvolto da una scia sbiadita di fumo il disco dei Rio Mezzanino danza sinuoso nella notte scura. Tutto acquista senso in quest’album se bagnato da un martini dry versato con lafamelica intuizione d’incendiare anime vagabonde nelle penombre di night club infiniti. Firenze diventa il punto desertico del pianeta, i suoi bar dettano il tempo al suono gracchiante di Tom Waits, che attraversa la città ascoltando i Calexico più sudati. Canzoni asciutte, fangose, in lenta cadenza oscura, sono messe in fila con ordinata precisione; un plotone di fantasmi derelitti alla ricerca di sangue bollente e malato. Un acerbo whisky scozzese bagna le corde vocali di Antonio Bacchiddu, le rende selvagge e polverose, le prepara a colorare d’oscurità aria densa di vapore. Ascoltare quest’album è come entrare nell’incubo mai risolto di Nick Cave, significa essere catapultati in un noir stralunato, rallentato, distorto ed allucinato. Monolitico nella forma e nella sostanza, oltranzista ed integralista nel suo incedere, “Economy With Upgrade” è un disco bello solo a metà , affascina ma non mantiene costante la tensione, a volte si perde e pecca di eccessivo manierismo. Alcuni passaggi sono però splendidi e su tutte le 13 canzoni spicca “A Dream”, cavalcata degna del miglior Lanegan. Una maggior concisione ed un maggior eclettismo sonoro non potranno che far del bene ad una band che mostra personalità e qualità ben al di sopra della media. |
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