E’ sempre un compito oneroso parlare di un gruppo che ha segnato la storia.
Così è per gli Spiritualized.
Dopo gruppi sciolti (Spaceman 3), musicisti abbandonati (Peter Kember aka Sonic Boom), problemi di salute, cinque album alle spalle, Jason Pierce si conferma ancora una volta quel (non comune) guru spirituale che ci illumina d’immenso.
Perchè, in fondo, gli Spiritualized sono Jason Pierce. O forse è quello che il suo estro geniale vuol farci credere, tra un volo nello spazio, una ballata su Gesù e una pasticca medicinale. Comunque, al centro di tutto, c’è sempre lui (date un’occhiata anche alle foto sul loro sito”…).
Un disco degli Spiritualized è l’ancora di salvataggio per non affondare in mezzo alla marea di gruppi d’oggi, è la sicurezza che, sebbene le cose vadano per la loro strada, qualcosa di familiare in cui riconoscersi ci sarà sempre.
La polmonite che ha colpito Pierce qualche anno fa, si fa sentire nei suoni cupi di questo nuovo disco (A&E sta per Accident & Emergency, sinonimo di Emergency Room, cioè il nostro Pronto Soccorso), e, restando in tema religioso, questo “Songs in A&E” potrebbe essere il lavoro post-resurrezione.
Il rock psichedelico si mescola al gospel (si, quello non manca mai), ma si avvolge di un alone scuro e autunnale, lunghe ballate, respiri soffocati, chitarre distorte, brani dolci, notturni, e, sempre, così malinconici.
Le pause, denominate “Harmony 1-2-3-4-5-6”, brevi tracce strumentali che scandiscono l’album ci lascinao il tempo di respirare e di non abituarci ad un’unica melodia, ma ad un lavoro molto più completo.
Perchè ci sono brani come “Sweet Talk”, “I Gotta Fire” o il singolo “Soul On Fire”, che sono un crescendo di emozioni (e musica) che fanno un po’ venire i brividi da quanto ricordano “Ladies & Gentlemen we are floating in space” e “Let it come down”, assoluti capolavori difficilmente eguagliabili.
Poi ci sono le parti scure e sussurrate, funeree come il titolo che portano, “Death Take Your Fiddle” su tutte e “Sitting On Fire”, che ricordano lievemente la voce di Damon Albarn nelle tracce più lente dei Blur (“You’re so Great”).
Poi ci sono i brani alla “Come Togheter”, come “Yeah Yeah” e “You Lie You Cheat”, con strumenti distorti (chitarre prima di tutto), voci sporche, batterie rimbombanti.
Poi ci sono le ballate lente e nostalgiche, “Baby I’m Just Fool”, “Don’t Hold Me Close”, “The Waves Crash In” e “Borrowed Your Gun”, che ci conducono verso la chiusura del disco, con potere ipnotico che ti trascina per mano.
E poi i saluti, “Goodnight Goodnight”, ultimissimo brano da canonica chiusura.
In realtà , l’album è stato scritto prevalentemente prima del ricovero in ospedale di Pierce, successivamente è stato semplicemente completato e dato alla luce.
Tutte le immagini evocate per la descrizione del disco sono semplici interpretazioni personali, partite dall’una o l’altra traccia. Questo è l’enorme pregio degli Spiritualized: il potere evocativo di ogni loro singola nota, suscettibile di mille e più interpretazioni a seconda degli stati d’animo e delle persone, in un modo tale da restarne totalmente affascinati.