Siamo arrivati a Lubiana in macchina, 500 chilometri di autostrada da Milano, il confine subito dopo Trieste non più presidiato dopo l’ingresso del paese nell’Unione Europea lo scorso gennaio. La capitale slovena è una cittadina di modeste dimensioni dal centro incantevole, un piccolo lungo fiume contornato da locali, tavolini e antichi palazzi freschi di restauro. Un senso quasi svizzero di ordine e pulizia unito ad echi di maestosità  esteuropea. L’Orto Klub è un centro polifunzionale non lontano dalla stazione ferroviaria. Saliamo al primo piano dove una piccola sala accoglie una ventina di persone, mentre sul palco suonano i Demeter, duo folk acustico sloveno. Proviamo a farceli piacere ma sussurrando aridatece i Kings of Convenience ci dirigiamo al bancone del bar, dove facciamo la piacevole scoperta che una birra media costa 2,50 euro, giusto la metà  che a Milano.

Siamo venuti fin qui per la terza data del tour dei Notwist, lo storico gruppo tedesco che dopo il capolavoro indietronico “Neon Golden” – uscito nell’ormai lontano 2002 e acclamato come uno dei dischi fondamentali del decennio – aveva concesso solo sporadiche apparizioni, side projects e soprattutto nessun nuovo disco. Ma ora c’è un nuovo LP, si intitola “The Devil, You + Me” ed è trapelato già  da alcune settimane sulle reti peer-to-peer. C’è anche questo tour appena partito che toccherà  l’Italia a luglio (Torino e Ferrara) e c’è la curiosità  di vedere da vicino cosa è stato dei Notwist dopo 6 anni di quasi-silenzio.

Già  durante il cambio palco, una curiosa sorpresa: tra i vari pezzi che vengono diffusi nel locale c’è anche “The Swimming Season” dei nostri Giardini di Mirò. Quando la band sale sul palco – in formazione a 5, i fratelli Markus e Mika Acher alla voce e al basso, Martin “Console” Greschmann agli apparati elettronici, le new entries Max Punktezahl e Andi Haberl rispettivamente a chitarra e batteria – partono subito le note di “Pick Up the Phone”, il pezzo che me li aveva fatti scoprire sei anni orsono dagli schermi di Brand:New. Il suono è elettrico, compatto, le chitarre graffiano molto più che su cd e il giovanissimo batterista è bravissimo a inserirsi tra i loro delay e la pioggia di campioni controllati da Gretschmann.

La scaletta alterna quasi perfettamente brani da “Neon Golden” e dal nuovo lavoro, oltre a inserire due pezzi dal precedente “Shrink”. Le differenze risultano sfumate nella resa dal vivo che trova una sua posizione tridimensionale su un piano diverso rispetto ai dischi, mantenendone le intuizioni melodiche ma aggiungendo un’orchestrazione sui generis data dalla moltiplicazione di frasi rock per ossessioni da elettronica minimale. Tanto che anche quando inseriscono due pezzi da “12” – il loro terzo disco e primo punto di svolta rispetto alle origini hardcore – lo scarto non pare affatto abissale e ci dimostra l’esistenza di una continuità  di approccio lungo l’intera storia del gruppo. La voce di Acher è l’unica ad essere a tratti penalizzata nella resa dell’impianto, metafora di una debolezza malinconica che fin dai primi dischi della band si sposava a un’urgenza strumentale che, abbandonata la strada del punk, non ha però dimenticato – semmai imparato a governare – l’amore per le chitarre rumorose.

Amplissimo il materiale presente sul palco: oltre a molteplici pedalini ed effetti, sintetizzatori, un organo, Markus Acher ha al suo fianco un piatto per vinili sulla puntina del quale scorreranno le basi per alcune introduzioni, mentre Martin Gretschmann tiene in mano per l’intera durata del concerto due controller Nintendo Wii. Interpellato via mail qualche giorno dopo, Martin ci spiega che li utilizza collegati al software Ableton Live per modificare muovendoli davanti a sè i parametri di alcuni effetti. Il nerdismo di questa soluzione coniugato alla assenza di ogni calcolata freddezza rappresenta molto bene il paradosso dei Notwist. L’understatement della band, che in Germania ha da poco rifiutato una generosa offerta della Vodafone per l’utilizzo di un loro pezzo in uno spot pubblicitario, è particolarmente evidente nel piccolo locale sloveno dove la concentrazione dei musicisti e l’affetto del pubblico distante pochi passi saturano insieme l’aria della sala.

Impressiona nei tedeschi la capacità  di sommare alla raffinatezza della ricerca sonora e alla varietà  di soluzioni tecniche, un calore e un trasporto diventati negli anni maturità  senza virare in noia. Potenti, convincenti, intensi. Non v’è alcun dubbio che i Notwist, qualunque possa essere la valutazione critica sul nuovo lavoro discografico, dal vivo siano in ottima forma.

Link:
Notwist Official Site
Notwist MySpace

Video From The Nite:
Pick Up The Phone

Boneless

Good Lies

NOTWIST su IndieForBunnies:

Recensione “THE DEVIL, YOU + ME”

Photo Credit: Jörg Koopmann