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Al quarto ‘martini’ appena mescolato l’oliva fa ancora il suo giro circolare nel bicchiere. Tutto si risolve in un’evidente consequenzialità . E così capita che dopo che abbia letto un articolo sui Kraftwerk, ascolti un album di una semplicità disarmante. Dodici ballate per chitarra, senza sofisticherie, senza salamelecchi elettronici o quant’altro; solo un uomo e le sue sei corde. Canzoni che non lasciano scampo, ossequiose ad una tristezza granitica, cantate da Dallas Green con voce meravigliosa, un timido melodioso magma di sincerità vischiosa, che una volta arrivato alle orecchie alza un muro col resto dell’universo. Splendidi intermezzi di mandolino mischiati con pianoforte, pedal steel, slide guitar, armoniche ed a volte con ritmi alla batteria impreziosiscono un lavoro già eccellente di suo. Stendersi sul pavimento ghiacciato una domenica pomeriggio e lasciarsi trasportare lontano da una qualsiasi canzone di “Bring Me Your Love” è un esercizio di purificazione senza pari, un disegnare nuove coordinate lasciando da parte le fracassone vanità che ci fanno diventare cattivi per necessità . Già membro dei canadesi Alexisonfire, Dallas snocciola storie di ordinario fallimento senza nulla concedere a compatimenti miserevoli, accompagnando l’ascoltatore in un viaggio sonoro dal forte impatto emotivo verso la speranza nascosta dietro le montagne che si stagliano all’orizzonte. La levità di certi paesaggi disegnati dall’ugola di Green sono al limite della commozione, si trascinano appresso la delicatezza raccolta in una penombra pomeridiana lasciata germogliare tra le note di “‘Body In A Box’ ” di “Against The Grain” oppure tra le minime accelerazioni di “Death Of Me”. Quest’album non chiede nulla, non vuole cambiare niente, non aggradisce ma accoglie ed è lì la sua forza. Non dico nient’altro, perchè l’unica cosa da fare è ascoltare quest’album fino allo sfinimento e rimanere poi in silenzio. Tutto ha una linearità logica, tutto è conseguenza, è tutto spiegato fin dal nome: City And Colour, ovvero Dallas Green, barba, occhiali, tatutaggi ed una chitarra per zittire il mondo. |
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