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Mi rivesto del mio finto ruolo primario e fa caldo. Durante il mini-coma mi ricordo del nuovo disco dei Vines. Craig Nicholls con l’aiuto a volte di David Oliffe nel 2002 aveva dato alla luce “Highly Evolved” un concentrato di pop, grunge, e rock distorto che aveva immediatamente messo l’Australia sotto i riflettori e l’aveva portata a giocare con i grandi nomi emergenti dell’epoca (The Libertines, The Hives, The Strokes eccetera”…). Poi è arrivata la Sindrome di Asperger, i casini, i live annullati, e quelli non annullati rovinati da performances canore di Nicholls veramente scadenti e rimpiazzate con la distruzione di strumenti e amplificatori; un periodo di ritiro dalle scene e piano piano la risalita verso”….le stesse sonorità , le stesse idee di prima, lo stesso stile di composizione, di produzione di concepimento per una musica che di “evolved” aveva nelle tasche ormai ben poco. “Melodia” segue di pochi anni “Vision Valley” e “Winning Days” ma la storia è sempre la stessa: canzoni brevissime e un pop-punk che strizza da una parte l’occhio a certe cose che Kurt Cobain aveva fatto con risultati egregi, ma qui vengono riproposte in modo noioso e dall’altra vira verso una specie di idea radiofonica da college che non arriva da nessuna parte. Veramente poco da dire stavolta. Nel 2002 sembrava che qualcosa stesse cambiando, che un rock australiano (seppur non propriamente indie: la Capitol aveva tutti i diritti dell’esordio) potesse concorrere con quello prodotto dall’altra parte del mondo. |
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