Il mondo è un posto strano, ingiusto e pieno di iene.

Gli Zutons escono nel 2004 con un bel debut album [“Who Killed”…The Zutons?”N.d.R.] in un periodo completamente accecato da Libertines e da miliardi di nuove band simili che avevano monopolizzato, paralizzato e lobotomizzato l’Inghilterra, dalle radio fin dentro alle scritte dei peggior cessi dei peggior pub dei peggiori vicoli delle città  più sfigate del Regno Unito. Poi nel 2007 Amy Whinehouse ascolta “Valerie” e dice ‘zzo”…bravi sti Zutons compà , adesso quasi quasi metto le manacce su sta canzuoncella e”…vediamo che c’esce. Bam! Amy in paradiso con un cocktail fucsia in mano e gli Zutons a rodere un po’ di più da qualche parte vicino a Edimburgo. Nel frattempo il secondo album “Tired Of Hanging Around” riceve recensioni piuttosto tiepide e il chitarrista Boyan Chowdbury decide di darsi alla macchia. Arriva questo terzo “You Can Do Anything” e leggo in giro un sacco di roba tipo Mah; insomma; carino; approssimativo; troppo pompato; percarità diddioilsignorecenescampieliberi! “… eccetera, quindi quando arriva il disco in redazione sono più che scettico, tanto più che Axel cerca di appiopparmelo per forza, come se fosse un’offerta di LIDL, con la scusa evergreen dello scrivi solo due righe due. Metto il disco dentro e comincio a sorridere non poco.

Bello. Questo album è bello. Punto. Godibilissimo, seventies a oltranza e pieno di rimandi intelligenti, leggeri e soprattutto diversi da tutto il casino garage che mi stava saturando il fegato dall’inizio della settimana. Level 42, Roxy Music e The Coral i riferimenti da rintracciare nel blues, nelle melodie pop e in quel ritmo allegro, ottimista (anche se poi i testi sono tutt’altro che incoraggianti a volte”…). Black Crowes nei momenti più duri (pochi) e Supergrass euforici in quelli più solari (moltissimi). Proprio Gaz Coombes sembra di ascoltare in alcuni episodi più “raschianti”. Un sax a dare colore ma che non eccede mai e si rimane sempre su una musica piena di spunti, multistrato, riverberata e ottimamente prodotta. La produzione appunto, altro punto a favore degli Zutons che lottano sempre contro il mondo che è pieno di gente infame: la band se ne va in California, al sole (e c’è molto sole dentro sto dischetto) e chiama al telefono George Drakoulias (Primal Scream e”…ma guarda un po’”… Black Crowes). Insomma c’è di che stare allegri per questa produzione e sinceramente per una band che porta un sano ottimismo musicale ce ne sono 100 pronte a giocare il ruolo di maledetti e sfigati in eterno, quindi pollice alzato per gli Zutons che nella tana dei conigli sono i benvenuti.

 
 
   

Credit: Danabiglife, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons