Come è vivere a testa in giù? Che effetto fa guardare il mondo da una prospettiva del tutto stravolta? Il grigio dell’asfalto e il verde dei campi al posto del cielo… Come deve essere vivere nella parte opposta del globo terrestre, tipo in Nuova Zelanda? Tutto quel sangue che fluisce verso la testa non farà mica male? Non ci sarà il rischio di dare di matto? Certo, se poi il pericolo è quello di partorire un disco come “I’ll Be Lightning” di Liam Finn, allora sarà proprio vero che non tutto il male viene per nuocere.
Figlio d’arte (papà Neil era negli Split Enz e nei Crowded House), il venticinquenne Liam può vantare già una notevole esperienza alle sue spalle sia come frontman dei neozelandesi Betchadupa che al fianco del padre, tra reunion e collaborazioni varie. “I’ll Be Lightning”, il suo esordio da solista, arriva quindi al varco col un bel carico di aspettative e di inevitabili confronti con la tradizione familiare: aspettative che, è bene dirlo già da subito, saranno pienamente soddisfatte nei quasi sessanta minuti di durata del disco. Un’ora per quattordici canzoni dal gusto squisitamente pop che nascono, vivono e muoiono attorno alla voce di Liam ed alle corde della sua fida chitarra acustica: il barbuto songwriter intesse delicate melodie beatlesiane – o meglio lennoniane – concedendosi ora a divagazioni e tuffi dalle parti del noise e del garage più fragoroso (vedere le code urticanti e nervose di “Second Chance” o “This Place Is Killing Me”), ora a salti senza paracadute nel buco nero della psichedelia onirica e dilatata di barrettiana memoria (la title track “I’ll Be Lightning” che tanto ricorda anche i nostrani Jennifer Gentle). Il tutto condito da testi eleganti e raffinati e da una scrittura mai banale eppure semplice ed efficace.
Un disco fatto interamente in casa, registrato nello studio paterno di Aukland, in Nuova Zelanda: Liam canta su tutte le parti vocali e suona praticamente tutti gli strumenti (dal vivo anche contemporaneamente, grazie all’aiuto di una loop machine e di pedali ed effetti vari). Scusate se è poco.
Un disco sincero e disarmante nella sua purezza.
Un piccolo diamante grezzo direttamente dagli antipodi del mondo.
Non deve essere poi tanto male, vivere a testa in giù.
MySpace
2. Second Chance
3. Gather To The Chapel
4. Lead Balloon
5. Fire In Your Belly
6. Lullaby
7. Energy Spent
8. Music Moves My Feet
9. Remember When
10. Wise Man
11. This Place Is Killing Me
12. I’ll Be Lightning
13. Wide Awake On The Voyage Home
14. Shadow Of Your Man