Brian Eno. David Byrne. Brian Eno. David Byrne. Brian Eno… E così via. Potrei andare avanti per duemila battute e questi due nomi risvegliebbero nei gangli del nostro cervello innumerevoli suoni.
Le collaborazioni tra i due non si contano, ma solo una precedentemente aveva la stessa firma: i due nomi, semplice diretto e onesto. Seguiva poi il titolo, era l’ottantuno allora, “My Life In The Bush Of Ghosts”: bè, direi che è già  troppo, che in questo caso le duemila battute di cui sopra e, si spera, di cui sotto, sono decisamente troppe, ne bastano due, in realtà  un poco pleonastiche: capolavoro fondamentale.

Bè, dall’ottantuno son passati ben ventisette anni, i nostri due grandi hanno continuato con le loro carriere senza svendersi, mantenendo un percorso coerente e spesso affascinante… Però i dubbi sono tanti di fronte a questa “rimpatriata” ed anche le aspettative.
Credo che molti di voi abbiano già  ascoltato il disco e chissà  quanto avete già  letto, soprattutto male, davvero poche le righe di apprezzamento o soltanto non di profonda delusione.
Questa cosa volevo dirvela: ero indeciso riguardo a quale album parlarvi, prima avevo pensato ai Monkeys (ennesimo progetto di Albarn) ma ben presto quel disco mi è sembrato così fiacco che ho deciso per questo “Everything That Happens Will Happen Today”. Non lo definirei mai un brutto disco, nonostante vi sia sicuramente troppo mestiere… Eppure ha un che, il famoso quid, di affascinante, che ti convince a concedergli un ascolto e poi rimane a sedimentare tra i timpani e la materia cerebrale. è chiaro che il questo lavoro non ha nulla a che spartire con il suo immenso fratello maggiore, manca di immaginazione, è questo il suo maggio problema.

Come dire: si sente che David e Brian si sono imbolsiti, che hanno cinquant’anni e passa sul groppone. Ma un pezzo come “I Feel My Stuff” non lo scrivono tutti: c’è quello spirito soul-pop (non mi sbilancerei a chiamarlo gospel come gli autori hanno fatto) che pervade tutto l’album, e poi c’è grinta, c’è ispirazione e un’ottima interpretazione dell’ex testa parlante. Sono queste ultime due a mancare spesso, a essere sommerse da arrangiamenti leziosi, da una pacatezza eccessiva, da un cantato piatto.

Mi direte: ‘che cazzo dici allora?’ Lo so sto parlando più dei difetti, delle imperfezioni che dei pregi. Direi che è questa sua palese imperfezione, a tratti ingenua e sorprendente, a renderlo affascinante (forse lo è pure la disarmante bellezza di “The River” e “Strange Overtones”, tra Wyatt e la sensibilità  indie americana la prima, dai sussurrati accenti funky la seconda; sono in effetti i pezzi che mostrano suoni meno levigati e pieni a risultare più convincenti).
Eno e Byrne non hanno bissato l’importanza (la visionarietà , l’urgenza, la meraviglia e così via) dell’altro album firmato insieme, però hanno sformato uno strano oggetto che ha la capacità  di trasmettere all’ascoltatore spore (poche forse, disordinate e vaghe) che restano e spingono nel tempo a rimettere su il disco o perlomeno a sentirsi i pezzi migliori.

Cover Album
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Everything That Happens Will Happen Today [Todo Mundo – 2008]
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Similar Artist: Robert Wyatt, Arthur Russell, David Bowie
Rating:
1. Home
2. My Big Nurse
3. I Feel My Stuff
4. Everything That Happens
5. Life Is Long
6. The River
7. Strange Overtones
8. Wanted For Life
9. One Fine Day
10. Poor Boy
11. The Lighthouse