David Brewis, ex chitarra e voce dei Field Music, dopo lo scioglimento consensuale della band, si cimenta in veste solista col nome di School Of Language incidendo il suo primo album “Sea From Shore” quasi tutto da solo, ad eccezione di alcune parti di chitarra in cui si è fatto aiutare da Barry Hyde dei Futureheads.

Sarebbe fuori luogo da un artista del genere aspettarsi un sound immediato e spontaneo.
Portando alle estreme conseguenze le intenzioni creative dei Field Music, qui niente è casuale ma tutto è studiato fin nei minimi particolari: filtrato, decostruito e riassemblato per stupire o perlomeno per sconcertare.

Pur sembrando complesso e ostico ai primi ascolti “Sea From Shore” non è un album che si lascia abbandonare facilmente. La voglia di capirlo di afferrarne l’essenza poliedrica rimane e, ascolto dopo ascolto, la miriade di sfaccettature comincia a ricomporsi. I pezzi pop si giovano di citazioni progressive, Brewis ostenta la sua abilità  compositiva come un bravo giocoliere che inventa giochi elaborati e complessi, il che si evidenzia anche dalla struttura dell’album in cui lo stesso pezzo viene riproposto diverse volte, smontato e rimontato come un Lego (“Rockist part1″,”2″,”3″,”4”) all’apertura e alla chiusura del disco. Nel mezzo una serie di brani dai quali si evince che Brewis suona per passione e per il piacere di fare musica (e non perchè ha studiato con qualche discografico la strategia migliore per riuscire a passare in radio). Sonorità  originali, che ricercano la verità  espressiva a discapito di facili soluzioni preconfezionate e che magari, pur rifacendosi al passato, lo reinterpretano in modo molto personale.

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Sea From Shore [ Thrill Jockey – 2008 ]
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Similar Artist: Field Music, The Futureheads
Rating:
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