Le ristampe sono quasi sempre un’occasione per rendere propri dischi del passato che, per un motivo o l’altro, ci sono sfuggiti. Oppure per farli suonare meglio sui nostri stereo, grazie alle rimasterizzazioni, abbinandoci qualche bonus track che non fa mai male. E tra le ristampe più attese dell’anno appena passato ci sono state sicuramente quelle dei primi due dischi dei Loop, “Heaven’s End” (1987) e “Fade Out” (1988).

I Loop erano una band di fine anni ’80/inizio ’90 (si sciolsero quasi subito, nel 1991) spesso assimilati al filone shoegaze, in un certo senso considerati dei ‘piccoli’ Jesus and Mary Chain dell’epoca. Ma in realtà  più che semplice shoegaze, i Loop (soprattutto in questi primi due album) sfoderavano un sound più assimilabile a uno space rock in acido, ossessivo, martellante. Una sorta di Sister Ray rivisitato e corretto sul finire degli anni ’80. Infilandoci quel tanto di melodia in più che non fa mai male e una voce spesso e volentieri effettata, per finire il quadro di questi due piccoli ‘trip’ made in England.

Rimasterizzati sotto l’occhio vigile del lead vocalist Robert Hampson, questi due gioiellini sono un’opportunità  per capire dove molte delle band della passata decade e di quella che stiamo vivendo abbiano preso ispirazione. Anche involontaria ispirazione visto che i Loop non erano certamente una band da copertina (il massimo raggiunto da “Fade Out” fu la cinquantunesima posizione nella chart UK) ma come non risentire echi di questa bellissima musica nei Kasabian (“Straight To Your Heart” sembra loro) o similitudini anche in gruppi più ‘sotterranei’, ad esempio i Bardo Pond. Classico paragone può essere fatto con il manifesto di questo genere di musica, gli Spacemen 3, ai quali i Loop preferiscono nella gran parte delle tracce un approccio più incentrato sulla chitarra distorta e su un basso continuamente pulsante. Ma da non sottovalutare i momenti più eterei, quali “Forever” su “Heaven’s End”.

Infine le bonus tracks: a “Heaven’s End” sono stati abbinati “Rocket USA” (dalle session del disco), due ‘first mix’ di “Soundhead” e “Head On” e tre tracce dalle Peel Sessions. Per “Fade Out”: “Black Sun (Feedback)”, altri due ‘first mix’ (“Torched” e “Got To Get It Over”), il demo di “This Where You End” e per finire alter trace dalle Peel Sessions della band.

Fateli vostri!

Credit Foto: Tell.All.Your.Friends Publicity & Management