Nel fare la lavatrice ogni tanto si possono mischiare i capi colorati e quelli bianchi, quelli delicati e quelli più resistenti, almeno in musica. L’ho capito oggi ascoltando questo disco che fagocita il concetto di melodia, lo mescola con il rumorismo minimale, la psichedelia ed un’attitudine spiccata all’intimismo.
Dove siamo?In italia.
Giuseppe Calignano, già nei Muzak, abbozza dei quadretti pop che rifuggono le classificazioni di genere e lambiscono la forma canzone. A parte qualche rumorismo fine a se stesso, l’idea è quella di uno Sparklehorse più sintetico e più etereo. The Brain Olotester si fa guidare più dall’istinto che da una costruzione ragionata della propria musica, sembra sputar fuori tutte le intuizioni, rimescolandole random per vedere cosa ne esce. Privi di una direzione precisa e di una netta linea di confine tra i brani, a noi che lo ascoltiamo non resta che affidarci alle pulsioni interiori che l’ascolto ci regala.
Serve la giusta attenzione e la predisposizione verso qualcosa di diverso, destrutturato ma altamente godibile, che non è frutto di una mera programmazione cerebrale. C’è un cuore folk, c’è la gentilezza del minimalismo glitch, una malinconia di fondo che di rado sfocia in un urlo sanguinante. Il pop è anche questo: una strada tortuosa ed emozionante che non offre linee guida e punti di riferimento, ma solo sensazioni piacevoli e piccoli brividi sulla pelle. Un disco coraggioso, ma non sono certo che l’autore ne fosse cosciente. Ed è questo il bello.
MySpace
2. When
3. The Lennart Nacka Skoglund Leg
4. Dark And Lights
5. The Analog Man Memories
6. The Digital Man Apologize
7. A Cure For Gaspare
8. The Linear Ergodic Theorems
9. Joe
10. Plan 9 From Outer Space
11. Copulation And Mirrors