Maturati sia sotto il profilo tecnico che compositivo i vicentini Polar For The Masses si ripresentano al pubblico undeground con un pugno di ottimi brani robusti e quadrati, fatti di imponenti arieti ritmiche da sfondamento, fraseggi killer e rugginose muraglie elettriche, brani superiori qualitativamente a quelli contenuti nell’esordio “Let Me Be Here”. La musica dei Polar For The Masses sembra possedere due anime, comunque non immediatamente distinguibili e che spesso vanno a sovrapporsi: una sinistramente voluttuosa e oppressa da inquietudini notturne e un’altra più furibonda e indocile che però non eccede mai in detonazioni smodatamente disordinate.
I tre si destreggiano con abilità tra ossessivi riff ora incendiari (“Timer On The Head” e “The Duck”, con una bellissima coda pseudo-spacey attraversata da striscianti sibili) ora gelidamente ipnotici (la maliarda “Where Your Nose Is” e “No Solution”), tra un rock agonizzante e un po’ fosco (“Socks” e “Nightclubbing”, disadorne e sinistre, la conclusiva “Life Is Brilliant”) ed uno un po’ più vitalistico (“Nothing’s Wrong”, epica e a suo modo quasi eterea, e “Ready To Play”, con le strofe roboticamente marziali in netto contrasto con il vivace refrain dal sapore hard-rock) .
Situabile al crocevia tra garage, dopo-punk e rock delle sabbie, “Blended” è martellante, scarno e a tratti compiaciutamente lascivo, roccioso e dotato di una malcelata eleganza diabolica. Insomma, volendo essere più diretti potremmo dire che si tratta di un’opera fottutamente divertente, tanto tosta quanto sexy.
MySpace
2. Timer On The Head
3. Where Your Nose Is
4. Ready To Play
5. Socks
6. The Duck
7. Comes Down
8. No Solution
9. Nightclubbing
10. Life Is Brilliant