Il nuovo lavoro dei Faust mi conforta. La struttura è sempre la stessa, non c’è alcun elemento innovativo – d’altronde i Faust hanno già  innovato tutto quel che c’era da innovare ““ ma, in compenso, offrono un lavoro di alto livello artistico.
Partiamo dalla formazione : accanto a Zappi Diermaier e a Jean-Harvè Pèron c’è Amaury Cambuzat degli Ulan Bator.
Certo, non sono i Faust del 1971, quelli che diedero vita a due capolavori del rock del novecento, cioè “Faust I” e “Faust IV” ma, a mio avviso, oggi riescono ancora ad essere avanguardistici rispetto a tanti gruppettini indie del panorama mondiale. Diermaier e Pèron fanno ancora scuola.

I Faust propongono brani registrati nel 2006, all’epoca di “Disconnected”, molto vicini allo stile dadaista che irrompono e s’impongono con forza e violenza.
Si parte con “Kundalini Tremolos”, intrigante e pieno di crescendi puntellati con maestria dalle percussioni di Zappi. Diermaier, infatti, riesce ad esaltare, con indomabile inventiva, degli aspetti timbrici della batteria attraverso anche l’utilizzo di strumenti percussivi inusuali. Dopo 38 anni di carriera, il loro stile è ancora lì, intatto, arricchito da tante altre idee sonore e da quell’afflato surrealista, fondato sulla ripetizione del motivo all’interno di una stessa traccia in cui si aggiungono chitarre, organi stranianti e strumenti atipici, oltre alle consuete percussioni.

Le canzoni sono flussi aperti, liberi, in cui si innestano testi in francese, e da cui straripano energia e suoni/rumori magici, osceni, oscuri, provenienti dal sottosuolo.
Rispetto ai loro primi lavori, i Faust strizzano di più l’occhio alla melodia, scorticata e violentata da quell’incessante battere inquietante di batteria perpetrato da Zappi Diermaier ma, allo stesso tempo, continuano a dirottare il rock verso universi alieni, apparentemente impenetrabili, con il loro stile inconfondibile.
I Faust hanno creato un qualcosa di veramente unico, il kraut-rock, e lo dimostrano di volta in volta con pezzi magnifici (i 13 minuti e 40 secondi di “C’est Com”…Com”…Compliquè” ne sono la dimostrazione pratica) che contengono le radici del loro sound e la loro poetica anarchica e anticonformista.

Cover Album
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C’est Com”…Com”…Compliquè [ Bureau B – 2009 ]
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Similar Artist: Neu, Kraftwerk, Ulan Bator, Captain Beefheart
Rating:
1. A Bout De Souffle
2. Fresh Air
3. An Englisg Woman’s Dream
4. Der Fass Rollt
5. A l Ambassade Du Japon
6. Batteries
7. Nonna
8. The Lost Song
9. Pure Freude
10. Lend me Your Coat
11. Sommerwind