Viene da lustrarsi gli increduli occhi, e da strofinarsi le orecchie apatiche, di fronte allo spettacolo di pirotecnica apparizione offerto dai bolidi colorati, veloci e ed eccessivi di “Fast & Furious – Solo Parti Originali”, per la direzione di Justin Lin, già regista del terzo capitolo, “Tokio Drift” ( 2006). Da considerare come sequel del primo, e prequel dei successivi due, costato 145 milioni di dollari, rappresenta un bel gioco di luci, motori e adrenalina, all’interno del quale, poco importano le vicende personali dei protagonisti. In effetti, se da una parte le sequenze d’azione, coincidenti per lo più con le esibizioni automobilistiche, risultano il punto di forza della pellicola, attraverso nevrotiche competizioni al limite ““ spesso oltre ““ la verosimiglianza, le contingenze private delle singole entità , appaiono sprovviste del minimo spessore di indagine. Il film in questione non solo mostra un disinteresse totale per la caratterizzazione dei ruoli (se Clint Eastwood, secondo Sergio Leone, aveva solo due espressioni: con cappello o senza, Vin Diesel si ferma ad una sola estrinsecazione, rivelando una mimica pressochè inalterabile), ma non esita a presentare una sequela di tipologie scontate e vagamente superate. Sarà così possibile trovarsi catapultati in una dimensione talmente kitsch da ricordare, fuori contesto, tempo e gusto, la versione deteriorata di “Miami Vice”, con tanto di molesto spacciatore biondo ed effeminato teso a coprirsi di ridicolo, o boss misterioso, ruvido e viscido, solitamente di razza portoricana. Il tutto, condito da figurine scialbe e abusate, come le bambole sexy, rigorosamente sprovviste di materia grigia, o il duo ben assortito, composto dal buon agente di polizia, forse appena ribelle, quel tanto da condurlo felicemente nelle grazie pericolose del bandito solitario, rude e inespressivo,persino poeticamente rozzo nella propria rigidità muscolare e psichica. Dominic Toretto (Vin Diesel) si trova nella repubblicana domenica, alle prese con i soliti impegni criminosi, quando, mosso da istinto protettivo, abbandona la propria donna, sperando così di preservarla dai pericoli a lui attinenti. Tant’è ““ c’erano dubbi in proposito? ““ la ragazza puntualmente muore, innescando il ritorno dell’eroe, un rinnovato confronto tra i due principali personaggi, la caccia al comune nemico, et cetera et cetera, sino allo scontato finale”… |
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