Un disco è come un paesaggio, un quadro o una polaroid. E’ un istante intrappolato, una lenta metamorfosi di un luogo apparentemente inerte, in cui l’unica cosa a cambiare è il colore del cielo o le foglie portate dal vento. Il folk è saldamente incollato al paesaggio in cui nasce, alle suggestioni in cui fioriscono gli accordi e alle melodie che spruzzano colori tenui.
Dietro ai The Wooden Birds c’è Andrew Kenny, leader degli American Analog Set, band fuori dalle scene dal 2005. “Magnolia” è un disco semplice, che conquista subito senza ricorrere a fuochi pirotecnici, preferendo languidi arpeggi e docili armonie. Se Michael Nau dei Page France ha percorso una strada che dal folk bucolico è arrivato ad accenni di psichedelia con i Cotton Jones, i Wooden Birds sono esattamente mezzo passo indietro rispetto a questo percorso. Costruiscono trentotto minuti di ballate dai tempi medio-lenti, sospese tra dolce intimismo e tinteggiature ubriache da notte inoltrata, pregne di paesaggi classici, immobili solo in apparenza.
Un disco che ti entra dentro con discrezione, va in circolo lentamente e riscalda col soffio gentile di una brezza di scirocco primaverile. Melodie umide che non appesantiscono il respiro, non indolensiscono le cicatrici del tempo e leniscono la stanchezza di una dura giornata di lavoro. Il folk, se fatto bene, non tradisce mai.
2. The Other One
3. Sugar
4. Hailey
5. Hometown Fantasy
6. Choke
7. Quit You Once
8. Never Know
9. Anna Paula
10. Believe In Love
11. Seven Seventeen
12. Bad
