Talvolta il pop non è una strada diritta che porta alle melodia, ogni tanto preferisce ramificarsi in tante direzioni e prendere la forma di una splendida pianta rampicante. Un approccio multidirezionale meno complesso di quanto si possa immaginare, giocato sulla stratificazione degli arrangiamenti e su armonie corali.
Questo accade con gli Anathallo che, a dispetto del nome, non sono una oscura band di gothic-metal scandinava, ma rappresentano la nuova sensazione pop di Chicago, Illinois. Che poi tanto nuovi non sono, perchè “Canopy Glow” segue di due anni l’esordio intitolaton “Floating World”. Però sapete come vanno certe cose in ambito indie, pare che solo oggi più di qualcuno si sia accorto delle loro canzoni fluttuanti. L’impianto di base è quello di un pop che strizza l’occhio alle atmosfere sixties dei Beach Boys, mescolandolo con la wave degli Arcade Fire e l’indie(elettro)pop. Viene fuori una manciata di canzoni sinuose e cangianti che non vanno dritte al cuore puntando all’emotività facile, ma costruiscono architetture sonore irregolari e di grande impatto armonico.
Ascoltare “Canopy Glow” è come salire a bordo di un colorato carrozzone, sul quale mettersi comodi e godersi un paesaggio multiforme in cui gli oggetti prendono, di volta in volta, forme diverse. Il rovescio della medaglia è che alla lunga finiscono per stancare e non viene troppa voglia di riascoltarli. Ciò non toglie che, almeno come impatto iniziale, ascoltarli sia un’esperienza appagante che non necessita di lacrime tristi o festose grida di gioia, ma di pura ed estasiata contemplazione.
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