Dell’ultimo disco del dj e producer francese Laurent Garnier avrete già letto su giornali ed in rete i giudizi
più altalenanti e spesso opposti, molti dei quali sconsigliano caldamente il disco. Ecco noi non ci schieriamo certo con questi.
Mi spiego un po’ meglio: la possibilità di rimanere delusi va considerata nel prezzo se ci si aspetta un disco di sola cassa dritta, però prestare attenzione al titolo questa volta può essere foriero d’informazioni. Questa è un’opera varia e sfaccettata, soggetta alle più disparate influenze: la cleptomania evocata nel titolo è la curiosità , il desiderio sfrenato di fare proprio ciò che nel tempo si ha avuto la possibilità d’incontrare; il tutto trasportato in musica, in vent’anni e più di elettronica ascoltata, suonata e vissuta.
A questo punto il disco, perchè le intenzioni possono essere le migliori ma il risultato non è mai ovvio.
“No Musik No Life” immerge un rapping alla Run D.M.C. tra frequenze sature e appiccicosa inquietudine, mentre “Free Verse (part 1)” offre un morbido tappeto prima molto minimalista poi sempre più gioiosamente funk per il rimare fluido e spericolato di MicFlow. La successiva “Gnanmankoudji” ripropone quasi per intero (manca Bugge Wesseltoft) l’ensemble di “Public Outburst” per un meraviglioso viaggio in tutte le possibili forme di house, dalla più deep alla più soul, dalla più cosmica a quella più downtempo.
Per chi è ancora qui a cercare un po’ di sana techno arrivano ad accontentarlo prima l’incalzante e dubbosa “Last Dance @ Yellow”, poi la cupa ed electro “Desireless”, infine l’estatica e grandiosa “Pay Tv” (con tanto di azzeccatissimi gemiti a luci rosse al suo interno).
Non manca neppure un riuscito omaggio al dubstep in “Bourre Pif”; mentre la seconda parte di “Free Verse”, complice anche il flow non all’altezza del precedente, non stupisce quanto la prima.
Bè, “Back To My Roots” è esattamente quanto promette il titolo: si viaggia di cassa dritta e Detroit è dietro l’angolo e tutta la gente balla come se fosse l’ultima notte del mondo. Pura meraviglia, tanto per dimostrare se che anche questa volta non lo fa, lui è sempre il migliore in quello che ha sempre fatto.
Solo Garnier ha la capacità di sommare così tanti elementi in perfetto equilibrio, eppure l’eterogeneità non appesantisce il risultato finale nè compromette l’attenzione: “Tales Of A Kleptomaniac” in tempi di austerità minimali ricorda forse quel crossover elettronico molto anni ’90, però suona attuale e fresco ed è una gioia per qualsiasi appassionato.
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2. Freeverse Part 1
3. Gnanmankoudji (Horny Monster Mix)
4. Dealing With The Man
5. Last Dance @ Yellow
6. Desirless
7. Pay TV
8. Bourre Pif (Avant Bath Time!)
9. Freeverse Part 2 (Stripped To The Bone Mix)
10. Back To My Roots (Back To My Technodiziak Roots Mix)
11. Food For Thought
12. From Deep Within
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