Forse i segnali non erano così evidenti, così in primo piano. A pensarci bene, però, questa nuova avventura di Stuart Murdoch non è poi troppo sorprendente, non si può dire fosse inattesa. Gli album dei Belle And Sebastian (di cui Stuart Murdoch è leader, cantante, songwriter) sono sempre stati permeati da un’idea lineare di pop, curato, senza sbavature, ma privato degli orpelli e delle grandi strutture dei suoni da cui traevano ispirazione. Questi restringimenti di campo, questa sintesi introspettiva e quotidiana di musiche e temi è stata la formula vincente che ha permesso ai Belle And Sebastian di realizzare una serie (numerosa) di canzoni e album fondamentali per la musica pop, non soltanto indipendente. Cosa succede allora se, ormai conquistata la perfetta padronanza del proprio modello da cameretta, si decide di volgere lo sguardo verso il punto di partenza, verso quell’idea di pop, ricca, orchestrale, ad ampio raggio che ha visto il proprio apice negli anni ’60 delwall of sound, dei girl groups e della Motown? “God Help The Girl” parte proprio da qui.
L’ampiezza, innanzitutto. Non certo nascosta, anzi elemento fondante del progetto. “God Help The Girl” è un musical, una storia che si dipana canzone dopo canzone: il disco in uscita in questi giorni ne è la colonna sonora, mentre le riprese per la versione cinematografica inizieranno solo nel 2010. Poi le voci. Prima un anonimo annuncio su carta, poi le ricerche che si allargano anche sul web. Stuart Murdoch cerca voci femminili per la sua storia in musica, perfettamente in linea con l’idea di ritorno al girl pop e agli anni ’60 che lo anima. Trova la giovane irlandese Catherine Ireton per il ruolo di protagonista. A lei si affiancano altre ragazze pescate tra le selezioni e un paio di special guests, oltre allo stesso Stuart. La musica? I Belle And Sebastian al completo più un’orchestra di quarantacinque elementi diretta da Rick Wentworth.
Niente paura, però: il tutto è molto più complicato da spiegare che da ascoltare. “God Help The Girl” scivola soffice e delicato lungo le sue quattordici tracce. Per chi ha familiarità con la discografia dei Belle And Sebastian i punti di riferimento non mancheranno: episodi come “I’ll Have To Dance With Cassie” o “Musician, Please Take Heed” ricalcano fedelmente lo stile della band scozzese, mentre due brani, l’iniziale “Act Of The Apostle” e “Funny Little Frog”, erano già comparsi sul loro ultimo album, “The Life Pursuit”, uscito nel 2006. Proprio da questi ultimi, si può dire due cover, emergono però anche le caratteristiche distintive di “God Help The Girl”. Aperta dalla sola voce di Catherine Ireton, “Act Of The Apostle” è un crescendo d’altri tempi che sfocia in una seconda parte orchestrale, guidata da fiati e violini. “Funny Little Frog”, invece, nella versione originale un saltellante e un po’ vacuo indie pop, si tinge qui di northern soul e scintilla della bella prova vocale di Brittany Stallings.
La forza della voci e la generosità spesso maestosa degli arrangiamenti: questi i due ingredienti che permettono al progetto di Stuart Murdoch di conquistare autonomia e solidità . Una forza di fondo che è indispensabile per tenere insieme un campo tanto vasto, che va dalla sottile e cadenzata “I Just Want His Jeans”, interpretata da Asya, cantante delle Smoosh, alle ricche orchestrazioni pop del duetto tra Neil Hannon e Catherine Ireton, “Perfection As An Hipster”, in perfetto stile, ovviamente, Divine Comedy. Non proprio tutto funziona: “Pretty Eve In The Tub” esagera con archi e violini, “Hiding Neath My Umbrella” è forse un po’ troppo indolente e i due intermezzi strumentali (“A Uniï¬ed Theory”, “Music Room Window”) sono decisamente prescindibili. Quando però i tanti ingredienti in campo trovano una giusta composizione, come nella vellutata “Come Monday Night”, nel girl pop perfetto della title track, o nell’incantevole finale corale “A Down And Dusky Blonde”, allora è facile lasciarsi andare leggeri a qualche sorriso, a un piccolo sing along o a un passo di danza appena accennato.
Per un giudizio completo sarebbe bene aspettare anche la parte visiva della storia; per il momento, però, la scommessa di Stuart Murdoch, ambiziosa e complessa, è vinta. Era tempo di uscire dalla cameretta, e l’uscita è stata in grande stile.
2. God Help The Girl
3. Pretty Eve In The Tub
4. A Uniï¬ed Theory
5. Hiding Neath My Umbrella
6. Funny Little Frog
7. If You Could Speak
8. Musician, Please Take Heed
9. Perfection As A Hipster
10. Come Monday Night
11. Music Room Window
12. I Just Want His Jeans
13. I’ll Have To Dance With Cassie
14. A Down And Dusky Blonde