A due anni dal loro debutto, “Love The Virgins”, i Gliss hanno dato alle stampe un nuovo lavoro mettendo in pratica la poetica shoegaze di gruppi storici come My Bloody Valentine e l’alternative rock à la Interpol.
Si parte in quarta con “Morning Light” e “29 Acts of Love”, due pezzi serrati, accelerati ma che, forse, rimandano troppo ai due gruppi sopra citati.
Ma tutto “Devotion Implosion” è un gioco di rimandi o plagi, se volete. “Sleep” suona spiccicato come un brano dei migliori Black Rebel Motorcycle Club così come “Beauty” è suonato ed interpretato proprio alla maniera degli Strokes. Provate a chiudere gli occhi, le chitarre declinanti e torturate sono sostenute da un ritmo teso, continuo. Le tracce suonano spaziose, sporche, intriganti, piene di energia e i continui rimandi non sono mai fatti con malizia ma con l’ingenuità di un gruppo acerbo.
Nonostante tutto, “Devotion Implosion” è un lavoro immediato, divertente, sognante, da ascoltare in macchina durante un entusiasmante “on the road” o alle tre del mattino in giro per la città deserta.
Sicuramente nel panorama indie, tutto è stato detto e scritto e, sotto questo profilo, il nuovo album dei Gliss suona già vecchio. Ma un brano come “Lovers in a bathroom”, pure se sa un po’ di maniera, fa venire i brividi, vorticoso, un concentrato dissoluto di armonie e suoni.
Basta questo per fare un buon album? La band di Los Angeles non sa offrirci di meglio, si concentra unicamente su un suono abrasivo, elettrico, melodico senza sperimentare più di tanto.
“Devotion Implosion” è un album da anfratti umidi e cavosi, una montatura predigerita e rimossa, umido, troppo lineare che, purtroppo, non sconvolge più di tanto l’ascoltatore.
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2. 29 Acts of Love
3. Sleep
4. Beauty
5. Anybody Inside
6. Lovers In The Bathroom
7. Sad Eyes
8. The Patrol
9. Love Songs
10. Sister Sister