Rare volte ci sembra che il gusto possa andare al di là  di un parere soggettivo, per qualsiasi capolavoro anche che sia riconosciuto da un numero ragguardevole di consensi, ci sarà  pur sempre qualcuno che si dissoci dalla massa. E nel caso di questo disco, che come è evidente non è indiscutibilmente apprezzabile da tutti, il senso estetico, e tutte le variabili che lo compongono, giocano un ruolo fondamentale. Siete sognatori affascinati dalla magia di suoni originali e terribilmente Pop che non comprendano l’uso di chitarre ma che si affidino a bassi elastici, batterie pulsanti, tastiere anni 80 e voci suadenti? Ammettendo che di certo non dev’essere facile, ma i Golden Silvers sono quello che fa per voi.

Questi tre poco-più-che-ventenni Londinesi nascono nemmeno 2 anni fa, e grazie anche al premio new talent contest di Glastonbury guadagnatosi nel 2008 riescono a farsi conoscere e produrre da Lexxx ( Crystal Castles, Esser) il loro album di debutto. Un disco appunto molto eclettico e genuino, dedicato senza dubbio al mainstream, ma a cui tuttavia sarà  difficile approcciarsi completamente, nonostante i buoni elementi per essere giudicato davvero gradevole, a momenti. Sia per l’arma a doppio taglio che può talvolta presentare un ostentato poliedrismo, sia per il mood del proprietario delle orecchie da cui passa. Eccezion fatta per il pezzo che dà  il titolo all’album, che tra richiami al Bowie di “Let’s Dance”, linee di basso killer, tastiere usate al punto giusto e strofe simil rap capaci di risaltare la lodevolissima capacità  di songwriter del frontman Gwylym Gold (povera anagrafe), vale da solo il prezzo dell’album. ‘Pezzone’ a parte le restanti 9 tracce di “True Romance” sono esercizi di stile e sperimentazione più che apprezzabili, una ricerca di un prodotto semplice e alla moda ma con uno spessore stilistico rimarcato. E quindi si passa dall’intro “drammatico” suggerito dagli archi ridonanti che si trasforma in un inno piano-voce fatto di visioni lucide e richiami epici (e non saranno gli unici) di “Another Universe”, alla discesa vertiginosa in un brillante pop da sera di “Magic Touch” dove si espone la specialità  della casa, ovvero le armonie a 3 parti.

La passione per i miti greci sopracitata si riaffaccia nella dance ’80 divertente ed orecchiabile di “Arrows of Eros” dove Cupido colpisce con le frecce e con il riff di tastiera. Quando si parlava di umore giusto per ascoltare e farsi piacere queste canzoni invece, l’esempio lampante a cui si faceva riferimento era “Please Venus”, ideale per un risveglio tranquillo, con una melodia vagamente beatlesiana che ti stampa un sorriso sul viso ricordandoti le belle canzoni che facevano i Super Furry Animals una volta. Per chi invece vorrebbe qualcosa di diverso rimane l’imbarazzo della scelta tra il folk – soul di “Here Comes the King”, l’Hendrix in ambulanza suonato da Prince di “Shakes” o il Chris Martin al piano dell’inizio di “Queen of the 21th Century” che poi incalza aiutato dalla batteria fino a sfociare definitivamente nel finale da un minuto e più, tutto strumentale, con tanto di trombe. Insomma un groviglio di idee multiforme e multicolore, ricco di sfumature diverse, spolverate direttamente Trilli Campanellino in persona, o in fatina che dir si voglia. Saranno i suoni particolari dei synth, saranno gli arrangiamenti mai banali, sarà  la voce imperfetta ma calda alla Costello, sarà  la grande ispirazione e aspirazione, ma per essere “solo” pop, è qualcosa di magicamente marpione, e non ti dispiace se ti rimane in testa per tutto il giorno.

Cover Album

  • MySpace
  • BUY HERE
True Romance
[ XL – 2009 ]
Similar Artist: Mistery Jets, The Long Blondes, Micachu and The Shapes
Rating:
1. Another Universe
2. True No9 Blues (True Romance)
3. Magic Touch
4. The Seed
5. Here Comes The King
6. Shakes
7. Queen Of The 21st Century
8. Please Venus
9. Arrows Of Eros
10. Fade To Black