Lo ammetto: non conoscevo Aviv Geffen se non per le pesanti polemiche che lo avevano coinvolto nel suo paese natale per la sua forte avversione alla guerra in Medioriente ed alla politica razzista e separatista dell’ex capo dell’esecutivo israeliano Sharon. Parole dure colpirono Geffen, che non contento decise anche di non prestare il servizio militare, facendo ricadere su di sè anche la pesante ghigliottina della censura (il suo disco di debutto “Cloudy Now” fu bandito dalle radio israeliane per il linguaggio di protesta espresso a chiare lettere nelle canzoni in esso contenute). Ciò nonostante, l’artista israeliano è riuscito fortemente nell’intento di non lasciar scemare la voce del dissenso: il disco ha venduto ben due milioni e mezzo di copie, alla faccia dei potenti.

Tutti questi accadimenti ed aneddoti non possono che rendermelo simpatico sul piano personale e politico, peccato ciò non avvenga anche dal punto di vista musicale. Il disco che porta il suo nome, il primo in lingua inglese e con produttori di grido come Trevor Horn (Grace Jones, Seal, Tina Turner, tra gli artisti prodotti), Ken Nelson (Coldplay, Echo and the Bunnymen, Ray LaMontagne), nonchè il chitarrista dei Tv On The Radio Dave Sitek, altro non è che banale pop-rock da classifica tra U2 ultima maniera (“Black+White”, “Now or Never”), zuccherose escursioni alla Coldplay (“Berlin”, “It’s alright”) o magniloquenti, per non dire pacchiani, exploit operistici degni dei peggiori Muse (“The One”, “It’s Cloudy Now”) o pallide rivisitazioni di un glorioso passato Bowiano (“October”).

Un gran peccato, perchè quando il volume si abbassa e la post produzione scompare, emergono perle acustiche di rara bellezza come “Heroes”, un duro attacco alla guerra ed all’insensatezza dei Governi che mandano i giovani al massacro per proteggere e servire in “missioni di pace” il proprio paese, sapendo che non torneranno più: Cause afterall they’re plastic soldiers, melting in the fireline. They’re calling them Heroes after they die. L’accorata, autobiografica, “Forest In My Heart” che chiude il disco, non basta certo a scacciare il senso di stucchevolezza e faciloneria di quest’uscita discografica, ottima per “Top of the Pops” ed Mtv Italia (la Maugeri già  si starà  fregando le mani pregustando una bella intervista), ma non per chi assapora il fuoco dell’arte. Sarà  per la prossima volta.

Cover Album

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Aviv Geffen
[ Mars – 2009 ]
Similar Artist: U2, Coldplay, Muse
Rating:
1. It Was Meant To Be A Love Song
2. Black & White
3. It’s Cloudy Now
4. It’s Alright
5. Berlin
6. Silence
7. Heroes
8. The One
9. Forest In My Heart
10. Now or Never
11. October
12. Its Alright – Thrillers Vrs Aviv Geffen (Time Waits For No One Edit)