“Losing Feeling”, la ‘sensazione di perdere’: ma perchè è così perfettamente azzeccato il titolo di questo EP pre-LP dei No Age?
Attraversare la California di periferia, in auto, in una giornata poco serena, tra i fast food e i pusher di “Clerks” e tristi skaters non più incazzati, ma rassegnati. La rassegnazione di una gioventù in bilico tra futuro malato e futuro mediocre. Nessun sogno. Solo rassegnazione e melanconici ricordi passati, di un’adolescenza che non vuol finire. La speranza c’è perchè DEVE esserci, ma rimane in sottofondo, in silenzio, attende lei stessa: La speranza spera.
Vi chiederete perchè mai in quattro tracce neanche tanto corpose di questi due trasandati ometti si dovrebbe celare così tanta poesia, e la risposta si potrebbe riassumere in una sola parola: talento. Ma qui si nasconde qualcosa di più grande, che è l’appartenenza a un qualcosa, ad un gruppo o ad una generazione forse, chiamatela come volete ma non negate che questa è una caratteristica che ha sempre generato grandi band e artisti, e spesso anche storiche scene musicali (e qui si incontrano-scontrano due: hardcore punk e shoegaze).
Potrei lasciarvi semplicemente all’ascolto ma so che volete entrare nei particolari, volete spoilers, perchè siete affamati ma senzienti e allora così sia.
Due sono le affermazioni da fare su questo mini-lavoro (disponibile solo in mp3 e vinile 12″): innanzitutto scordatevi (in parte) quelle chitarre soniche e lo scazzo-skate-punk di “Nouns”, o meglio, scordatevi quella immediatezza huskerdu’iana che lo caratterizzava. Adesso i ragazzi si fanno un po’ più maturi, pensanti. Questa volta l’ascolto di “Loveless” da parte loro non è stato solo superficiale, ‘punk’, ma profondo e costruttivo. La seconda cosa da dire è direttamente connessa alla prima: una profonda maturazione compositiva, finalmente i Nostri cercano di ricreare forme canzoni, STRUTTURA.
Così si inizia dall’omonima “Losing Feeling” feedback armoniosi, riff minimale, voce sognante e un finale sonicheggiante, un muro sonoro immenso.
“Genie” sono quattro accordi alla Elliott Smith, solo ricoperti da strati su strati di riverberi e distorsioni, semplice, incisiva, romantica.
“Aim At The Airport” è un pezzo praticamente ambient, con un drone delicato che pian piano si struttura tra rumorismi aereoportuali e chitarre in reverse. Degno quasi di un Fennesz in “Venice”.
L’ultimo pezzo è un esplosione a la “Nouns” che sembra scaricare tutta la tensione delle precedenti tracce, i soliti Husker Du in acido noise, forse meno ruvidi ma ancora piu stratificati del solito.
Un EP che sembra preannunciare un discone in arrivo. C’è da attendere trepidanti.
- Band Site
- MySpace
- BUY HERE
2. Genie
3. Aim at the Airport
4. You’re a Target
NO AGE su IndieForBunnies:
- ABSOLUT PSYCHO #5: NO AGE vs WAVVES (NOISE INVADERS)
Photo Credit: Jim Smith