Dan Le Sac Vs. Scroobius Pip
The Logic Of Chance

Dan Le Sac e Scroobius Pip sono due tamarri nonchè un duo che associa hip hop a beats elettronici (la definizione ‘duo che associa hip hop a beats elettronici’ è alquanto riduttiva, ma preciserò meglio in seguito) arrivato al quarto album. In Italia li conoscono in pochi causa distribuzione carbonara dei loro primi dischi, ma stando a quanto dice NME sono i principali responsabili della rinascita dell’interesse per l’hip hop nel Regno Unito.

Basterebbe solo la parola NME a spingermi a chiudere tutto ed andare a fare altro, non fosse che “Logic Of Chance” è un disco che vale, e parecchio. Il beatmaker Dan Le Sac prende con molta intelligenza scarti di matrice electro e breakbeat (roba che a distanza di più di quindici anni possiamo già  iniziare a chiamare ‘sonorità  vintage’ senza che nessuno debba per forza avere qualcosa da ridire) e Scroobius Pip ci rappa sopra con accento fortemente british (arrivando talvolta ai confini dello spoken word, sempre con lo stesso accento fortemente british di cui sopra). Sembra una cazzata ed invece funziona: ad esempio, non ci si crede ma una cosa come “I Feel Sick” riesce a riesumare il cadavere della drum n’bass e a rapparci sopra cose di spessore risultando assolutamente credibile. E poi “Great Britain”, una cosuccia che sembra i Crookers che risuonano “No Limit” dei 2 Unlimited con alla voce un tizio appena pescato da un pub old british style che biascica un pistolotto sulla situazione in cui versa attualmente il Regno Unito , “Get Better” e “Inert Explosions” che riescono a fare quello che all’ultimo, incerto The Streets non è riuscito (ovvero combinare melodia, elettronica più soffusa e ritmi spezzati), “The Beat” e il suo ignorantissimo sample di chitarra elettrica associato ad una cassa dritta che ti entra in testa e non ne esce più.
“Logic Of Chance” è un disco che ha un suo perchè.

Magari per goderselo di più bisognerebbe essere inglesi e capire fino in fondo i testi (ma soprattutto bisognerebbe trovarsi a vivere in prima persona la realtà  inglese), però anche così si rivela opera notevole e differente da quanto ci è dato ascoltare in giro attualmente.

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