Prendi una dozzina di musicisti, inventa un personaggio messianico destinato a salvare il mondo attraveso la trascendenza musicale, metti tutti su un greyhound e mandali a spasso per il deserto californiano. Cosa ne verrà mai fuori?! Alex Ebert ed il suo ensamble, ovvero Edward Sharpe and the Magnetic Zeros. Ne viene fuori “Up From Below”, ritorno al passato. Nello stesso momento in cui Ang Lee col suo Motel Woodstock ci parla di musica attraverso immagini, Ebert e compagnia ci regalano immagini in musica, quasi fossero istantanee dal “’69. Ed è flower power.
“Up From Below” è un album evocativo, che un po’ pretenziosamente vorrebbe riportarci indietro nel tempo di più o meno 40 anni. E direi che può anche riuscirci, per una manciata di minuti. Edward Sharpe e i Magnetic Zeros hanno un passato importante dal quale ripescare: Mamas And Papas, la psychedelia ed il folk-rock della migliore tradizione americana. Passato ingombrante col quale confrontarsi, ma dal quale tirare fuori come un coniglio dal cilindro un campionario di emozioni che vanno dalla scanzonata gioia di vivere di “Janglin” alle tinte cupe di “Desert Song” e “Black Water”. Miglior condensato dell’album è sicuramente “Home”, un vero attentato ai nostalgici, un inno neo-hippie il cui bellissimo video ““perfetta traduzione visiva del brano- restituisce l’epopea di Sharpe&co. Colori aranciati e girotondi in controluce cantando Home yes I am home /casa, si sono a casa, proprio nel mezzo di quel deserto che ci ricorda tanto Zabrinskie Point.
Se ci piacesse il termine dovremmo dire che Ebert è un musicista postmoderno, in verità è “‘solo’ un musicista che si ritiene fermo sostenitore dell’utopia. E probabilmente è utopia “Up From Below” ed il suo revival hippie. Ma è una bella utopia. Perchè auricolare alla mano nel mezzo di un’affollata metropolitana in fondo siamo tutti un po’ invidiosi di Edward Sharpe, dei Magnetic Zeros e delle loro scorribande nel deserto. Perchè, quanto vorremmo ci fosse un posto in più sul tettino di quel greyhound nel mezzo del nulla che dice “Los Angeles”. E Forse c’è. Almeno finchè dura la musica. Peace and Love, benvenuti nel passato.
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2. Janglin
3. Up From Below
4. Carries On
5. Jade
6. Home
7. Desert Song
8. Black Water
9. Come In Please
10. Simplest Love
11. Kisses Over Babylon
12. Brother
13. Om Nashi Me