Attorno al combo di origine mancuniana di stanza a Londra si è creato già all’indomani delle sue primissime pubblicazioni un grande hype che oggi, ascoltando questo solido album intitolato semplicemente “WHB” (prodotto dal rinomato Gareth Jones, già al fianco di grossi nomi come Depeche Mode, Einstà¼rzende Neubauten, Interpol, John Foxx) ci sentiamo in parte (ma solo in parte) di giustificare.
Il primissimo album di questo trio offre una disco-rock turgida e cooleggiante che sa mescolare (almeno a livello di sound) l’inquietudine metropolitana à la Tv On The Radio al senso del ritmo di band ‘antiche’ come Talking Heads e altre più moderne come LCD Soundsystem.
Dopo una doppietta niente male di brani rarefatti e meditativi come “Piano” e “Buffet” non ci si aspetterebbe proprio il giulivo funk-disco di “Divisive”, traccia impataccata da piaciose infiltrazioni elettroniche, vagamente divertente sì ma davvero nulla di più. Il disco è più o meno tutto così, nel senso che si alternano continuamente momenti in cui la danzabilità si unisce ad una affascinante, fredda passionalità ad altri in cui la componente (p)-funk (nella sua variante più “‘solare’) prende il sopravvento.
Scommettiamo che sarà uno dei dischi più suonati di questa estate nelle discoteche “indie” del mondo.
Lo sarà un po’ di meno a casa mia.
2. Buffet
3. Divisive
4. Love, What You Doing?
5. Oh!
6. How To Make Friends
7. Honeytrap
8. Hear It In The Cans
9. Centrefolds & Empty Screens
10. You Came Out
11. WHB
12. Hero Knows