Metà anni ’50. In Brasile ancora non sanno cosa sia la bossa nova, la chitarra ha il volto del diavolo per i genitori di tanti ragazzi desiderosi di imparare lo strumento che, a partire dagli anni ’60, grazie alla batida di Joao Gilberto, diventerà un elemento importante nella musica brasiliana.
Meglio la fisarmonica, magari studiata da Mario Mascarenhas, ma solo dopo lo studio e la messa!
Nara Leao, come tutte le ragazzine della sua età , a 14 anni vuole imparare la chitarra ma, al contrario di tanti genitori, Jairo Leao, uno dei migliori avvocati dello Espirito Santo, e consorte autorizzano la ragazza a prendere parte alle lezioni dei due ‘mandrilli’ Roberto Menescal e Carlos Lyra.
E Nara, timida e piccola, dopo poco tempo si trova di colpo catapultata nel mondo della bossa nova grazie a quell’appartamento a Rio, sull’Avenida Atlantica, in cui si trasferisce la famiglia Leao che diventerà il punto di incontro di tanti musicisti. Diventa di colpo la ‘musa della bossa nova’ grazie al fidanzamento con Ronaldo Boscoli e comincia un percorso stilistico impegnato.
1968. Nara Leao, ormai, interprete famosa, dà alle stampe un album fondamentale nella sua produzione discografica e, superata la fase di protesta, si dedica al recupero di vecchie canzoni ““ una sua passione da sempre ““ nel suo primo lavoro tropicalista arrangiato da Rogerio Duprat, un arrangiatore colto e preparato. Duprat, a differenza degli esperimenti psichedelici provati con Gal Costa, in “Nara Leao” arrangia i brani sullo stile della “chanson” francese esaltando la voce delicata e soffusa di Nara e la linea melodica delle canzoni presentate.
Ma i veri pezzi forti dell’album sono le canzoni scritte da Caetano Veloso, Gilberto Gil e Torquato Neto, nello specifico “Lindonèia”, dolce e romantica, retrò al punto giusto.
Direttamente ispirata alla serigrafia del pittore avanguardista Rubens Gerchman, A beia lindonèia, a gioconda do suburbio, Caetano Veloso si focalizza sull’evento tragico della vicenda : una lettrice di fotoromanzi muore a diciotto anni senza aver mai provato l’amore, vittima di una violenza a cui non si presta attenzione. Sullo sfondo, il contesto politico e sociale di repressione di quegli anni.
“Lindonèia”, sorta di bolero sghembo valorizzato dagli arrangiamenti di Duprat, viene subito osteggiata dal pubblico ma rappresenta il punto di partenza della rivoluzione culturale tropicalista volta al recupero di canzoni e ritmi datati, simboli della classe conservatrice brasiliana che aveva appoggiato il golpe militare. Le canzoni del movimento tropicalista rappresentano, sotto certi aspetti, il clima culturale degli uomini al comando e assorbono i cambiamenti della società nei loro testi e musiche.
“Nara Leao” prosegue, quindi, il discorso di “Tropicalia” – a cui prende parte come cantante proprio con “Lindonèia” – ma genialmente mette subito in atto il manifesto tropicalista proponendo un album nuovissimo fatto di musica datata.