Eternal Summers
Silver

In bilico tra New Wave squisitamente riproposta nel 2010 e sonorità  vicine, almeno per sensazione, al sound rock anni ’60/’70. E’ qui che si collocano gli Eternal Summers con il loro “Silver”, una sorta di surf rock alla Beach Boys.

Non me ne vogliate, ma per quanto siano semplici, riduttivi e ridotti anche in fatto di formazione (lei, Nicole Yun alla chitarra /voce e lui, Daniel Cundiff alla batteria ““ sì, come i White Stripes), all’ennesimo ascolto diventano piacevoli e riconosco al loro progetto una marea di spunti, fosse anche come quantità  di ispirazione pescata al largo e riproposta. Come dire, hanno fatto un sunto delle loro potenzialità  e background, una piccola lista della spesa, un decalogo di aspettative per il futuro nate dal passato.

Le piccole brevi tracce scorrono dunque su questi binari, non troppo originali (ma mai e poi mai “pallose”) con lui e lei che si rincorrono in una danza nevrotica al limite dell’ansia tra botta e risposta in un crescendo di battute. A tratti Dresden Dolls, a tratti Cocteau Twins.
Si potrebbe quasi ipotizzare, anzi meglio, si potrebbe perfettamente immaginare il loro modo di fare musica magari in un giorno d’estate con il mare sullo sfondo a preoccuparsi solo di non far riscaldare la birra. Brilli, allegri e pieni di fantasia.

è come se ad ogni brano navigassero in un’annata musicale differente, un omaggio a cinquant’anni e più di rock in tutte le salse, rimangiato, digerito e trasferito a chitarra e batteria secondo il loro personalissimo punto di vista.
E sembrano farlo con una semplicità  disarmante. Riescono a bastare a se stessi, non si sente la mancanza di altro. In altre parole, l’arrangiamento vince: le piccole percussioni che fanno capolino qua e là , il posizionamento degli echi e il doppio canale per la voce di Nicole in alcuni brani rendono questo album un piccolo regalo inaspettato.

Oh, con riserva ma promossi.

Ascolta “Pogo”