Quasi due anni dopo la sua sporca lezione per amanti (“A Filthy Lesson For Lovers”, Megasound, 2009 ) Riccardo Sabetti (Pixel, Argine) ci porta dentro una stanza buia dove sbatte un cielo pesante. Ora non è più solo. Con lui ci sono Licia Missori (piano), Stefano Coniglio (batteria), Enzo Russo (chitarra), Andrea Ruggiero (archi).
E fuori c’è una “Berlin(o)” su cui volano echi di Cure, Death In June e Spiritual Front (con cui Spiral69 aveva collaborato per il singolo “Fake Love”). Tutto si interseca perfettamente in una personale spirale di angeli di carne che raccontano ossessione, penitenza e morte della pelle. Onanisti dalle ali recise che hanno però il privilegio di guardarsi nel piacere più bello: “Best Porno”. Oltre il film hard da cui ha preso nome il progetto Spial69. Ma è freddo (from the inside). E la devastante “Elthon II” conduce in un mare di (auto)distruzione che riverbera di Nine Inch Nails. “Love Is For Losers” sussurra l’ombra una creatura che ricorda Brian Molko. Non c’è possibilità di sfiorare Dio. Come di baciare “The Girl Who Dances Alone In The Disco” sulla voce di Tying Tiffany fusa a quella di Sabetti.
Sola tra una lama e uno specchio rimane la protagonista del bellissimo video creato da The Wardrobe per il singolo “Cold”. Creature nichiliste volteggiano nelle undici splendide ballate nekromantike di questo disco. Senza occhi per leggere le scritte raffigurate sui muri di copertina “No Paint On The Wall” racconta come invisibile angelo sopra una sedia vuota.