Dopo circa 5 anni è tornato Kode9, uno dei principali pionieri del dubstep, con il suo fedele Mc: The Spaceape.
L’obiettivo è quello di dare un degno successore, dopo circa una decina di singoli ed un Dj Kicks, a quel gran disco che fu “Memories Of The Future”.

Le motivazioni di un attesa così lunga sono sicuramente legate all’impegno di Steve Goodman, in qualità  di boss dell'”Hyperdub”, a curare le svariate uscite dell’etichetta e d’altra parte c’è da presupporre che il nostro eroe, tra le altre cose docente universitario all’università  di Londra, sia stato molto impegnato nella stesura del suo libro “Sonic Warfare: Sound, Affect, And Ecology Of Fear”. Lasciamo da parte il disco per dire solo due parole su questo lavoro.
Il libro è molto complesso ed articolato. Goodman indaga e teorizza sull’utilizzo militare che il potere fa del suono e sugli studi e le ricerche in questo campo. Ci informa, per chi non lo sapesse già , di come infrasuoni e ultrasuoni possono essere utilizzati come armi e di come siano già  stati utilizzati al fine di controllare le masse portando, tra gli altri, l’esempio del governo israeliano che ha fatto un massiccio utilizzo di “bombe soniche” nella striscia di Gaza. Consigliato.

Torniamo al disco.
Nonostante si tratti di un concept su un mondo post-apocalissi nucleare non ci troviamo di fronte un nuovo monolite “stonato” e downbeat, purtroppo, verrebbe da aggiungere. Si va decisamente oltre il dubstep.
Gli anni trascorsi dall’esordio si sentono tutti e questo ultimo lavoro è sicuramente coerente con le sonorità  esplorate dalla Hyperdub in questi ultimi anni.
Poche sono le tracce che avrebbero, probabilmente, potuto trovare posto sul primo lavoro, tra queste le ottime “Promises” e “Otherman” nelle quali l’incedere lento, le atmosfere claustrofobiche e la voce nera come la pece di Spaceape la fanno da padrone.
Anche “Am I” avrebbe potuto trovare il suo spazietto con i suoi 3 minuti e 40 di aspro ed aggressivo grime.

Nell’iniziale “Black Smoke” il continuo incrociarsi e sovrapporsi della voce di Spaceape (in tutto l’album viene molto meno trattata che in precedenza) con quella più melodica della vocalist cinese Cha Cha viene sorretto da un ottimo lavoro di synth e da un impianto ritmico che occhieggiando a future garage e uk funky si propone per i dancefloor più caldi.
Anche in “Love Is The Drug”, che ricorda le uscite di Cooly G, la title-track “Black Sun (Partial Eclipse Version)”, remix della versione uscita nel 2009 e “Bullet Against The Bone” sono i sintetizzatori in odore di acid-house ed un ricco lavoro percussivo a tratti tribale ad indirizzarci verso la porta del club più alternativo a nostra portata di mano.
Più o meno in mezzo ed alla fine di tutto ciò ci ritroviamo due tracce apparentemente aliene al resto del lotto.

“Hole in The Sky” sembra uscita fuori da un disco, un po’ fuori tempo massimo, dei Boards Of Canada mentre la conclusiva “Kryon” creata in collaborazione con il losangelino Flying Lotus (una delle tracce più attese negli ambienti mainstream) ci fa immergere nei territori dell’elettronica sperimentale con friccicorii concreti (?) e pad decadenti.
Più ‘Hyper’ che ‘Dub’.

Black Sun
[ Sunday Best – 2011 ]
Similar Artist: Actress, Instra:Mental, 2562
Rating:
1. Black Smoke
2. Promises
3. Bullet Against Bone
4. Green Sun
5. The Cure [ft. Cha Cha]
6. Hole in the Sky
7. Otherman
8. Love Is the Drug
9. Black Sun (Partial Eclipse Mix)
10. Neon Red Sign
11. Am I
12. Kryon

Ascolta “Black Sun”