Colin Stetson non è solo un prezioso turnista (incredibile il suo curriculum, che vanta collaborazioni con Arcade Fire, TV on the Radio, Feist, Laurie Anderson -che ritroviamo anche in questo album, come scoprirete successivamente- Tom Waits, Lou Reed, David Byrne, Jolie Holland, Sinead O’Connor, LCD Soundsystem, The National, Angelique Kidjo, Anthony Braxton e Bon Iver, che accompagnerà nel suo prossimo tour ), ma è anche un compositore coraggioso, assai forbito e cerebrale ma anche a suo modo viscerale.
Lo strumento sul quale si imperniano le composizioni racchiuse in questo suo secondo album solista è uno sassofono basso reso incredibilmente espressivo attraverso movenze sia sinuose che brutali. In realtà bisognerebbe dire che lo strumento protagonista è tutto Stetson stesso: la tecnica di respirazione circolare e il suo particolare senso del ritmo fanno sì che vi sia una speciale tensione e relazione fisica tra lui e il suo sax. Il risultato è dunque una musica cervellotica ma anche, appunto fisicissima, pura e selvaggia ma senza essere violenta, ricca di momenti “implosivi”, di ruvide contrazioni e spasmi slabbrati che mal celano guizzi di spumeggiante vitalità . Una musica superficialmente fredda e impenetrabile ma internamente calda e palpitante.
La polpa viva del disco si incomincia a intravedere in particolar modo a partire dalla terza traccia, la vibrante” The Stars In His Head”, composizione attraversata da pulsazioni quasi angoscianti e ipnotici vocalizzi ancestrali. Ancora più convulsa (anzi molto di più) è “From No Part Of Me Could I Summon A Voice”, dove le saettanti circonvoluzioni del sax basso evocano un disorientante senso di vertigine apocalittica, come se si fosse continuamente sballottati tra abissi infernali e vallate celesti senza soluzione di continuità , un po’ come accade in “The Righteous Wrath Of An Honorable Man”, solo che questa tende un po’ di più verso una certa soavità . L’album accoglie anche delle voci: in “A Dream Of Water” (sempre ricca di febbricitanti contorsioni) e “Fear Of The Unknown And The Blazing Sun” troviamo il parlato della grande Laurie Anderson. Ma in quest’ultimo brano troviamo anche la cantante Shara Worden intenta a rivestire le ritmiche metalliche e i lamenti strumentali di notturna e solenne voluttà .
Credit Foto: Robert Nethery