Dannata tecnologia, che fa sì che ai concerti la gente davanti a te se ne stia tutto il tempo a girare filmati dell’evento con fotocamera o smartphone ostruendo quasi completamente la tua visuale. Ma cosa vedrà mai del concerto quella gente che se ne sta tutto il tempo a braccia alzate avendo cura di riprendere il palco e non muovere le braccia perchè senno il filmato viene mosso? E cosa vedranno quelli immediatamente dietro? E chi li guarderà davvero quei filmati sgranati e dall’audio gracchiante?
E come si faceva dodici anni fa, quando il cellulare lo usavi a malapena per telefonare o inviare sms, l’attività fotocinematografica dilettantistico-compulsiva di tanta gente non era ancora iniziata ed i Subsonica se ne uscivano con “Microchip Emozionale”, passando istantaneamente dallo status di band di culto allo status band in grado di infiammare le arene di mezza Italia? E perchè tutti rinfacciano ai Subsonica di non essere riusciti a bissare “Microchip Emozionale” quando dopo dodici anni la band torinese è ancora in grado di divertire, emozionare, esaltare con esibizioni live che recuperano sempre meno brani da questo benedetto (o maledetto, dipende dai punti di vista) “Microchip Emozionale” e sempre più brani appartenenti alla loro produzione recente (e per recente si intende che appartiene a quell’arco temporale che va da “Terrestre” in poi)? E perchè il mio concetto di recente non va di pari passo con il progresso tecnologico facendomi considerare temporalmente vicine cose avvenute sei anni fa, quando sulla metro la gente si limitava a leggere un libro o un giornale (o a tastare il sedere alle ragazze) e non si sarebbe mai spinta ad usare uno smartphone per ascoltare musica, navigare in rete o leggere libri (ossia ad usare un cellulare per fare cose diverse dall’inviare sms o far partire chiamate random) perchè gli smartphone non esistevano nemmeno? E perchè la tecnologia viaggia così veloce? Boh, non so rispondere.
Al netto di queste mie menate da reazionario (ma è comprensibile: non ho nemmeno un pc e scrivo le recensioni su carta poi le invio in redazione), i Subsonica si sono esibiti a Ferrara nell’ambito del festival Ferrara Sotto Le Stelle ed hanno regalato un grande spettacolo a chi ha avuto l’onore di essere presente. Han suonato due ore abbondanti dandosi totalmente in pasto ai loro devotissimi fan e dandosi in pasto anche a chi li ha scoperti più di recente (c’erano tanti giovanissimi che probabilmente ai tempi del boom della band torinese stavano apprestandosi ad iniziare le scuole medie, non avrei scommesso un dollaro su questo incrocio di storie di vita così diverse eppure questo è forse il vero, grande miracolo dei Subsonica), si sono dimostrati una band che più che una band è una vera e propria macchina da guerra live e non hanno sbagliato un colpo. Samuel Romano salta ancora e la sua voce nel tempo pare essere addirittura migliorata, Boosta ha sempre lo stesso carisma e sempre lo stesso plotone di synth dai quali tira fuori suoni acidissimi, Ninja sembra ancora un metronomo per precisione e senso del ritmo, Vicio è sempre la stessa persona tranquilla che spacca il basso, Max Casacci continua ad essere il collante che tiene insieme tutti questi elementi così diversi tra loro: i Subsonica ci credono ancora ed hanno ancora parecchio da dare, lo vedi da quanto si divertono sul palco (e da quanto danno l’anima per i loro fan) e lo senti quando suonano “Istrice”, “Eden”, “La funzione” – ossia brani tratti dall’ultimo album che stanno lì a dimostrarlo. “Benzina Ogoshi” dal vivo si conferma la cosa più tamarra di sempre, il materiale tratto dal debole “L’Eclissi” acquista tutta un’altra prospettiva ed una lacrima scende quando concludono con “Tutti i miei sbagli” e “Strade”. Eran bei tempi quelli, ma son belli anche quelli attuali. A modo loro i Subsonica sono un pezzo di storia della musica italiana.
Foto Thanx to Luca Gavagna