La città  eterna vibra d’una fresca ondata di musica rock. Sembra che a Roma la voglia di suonare, di consumare plettri, di rompere pedaliere sia più forte delle difficoltà  di emergere e trovare spazio per esprimersi, tendenzialmente un problema italiano diffuso.

In questo contesto nasce “I Giorni dell’Idrogeno”, il secondo album della band romana The Shadow Line, ed è subito, al primo ascolto, un album con una personalità  molto forte, che scende a pochi compromessi. Otto tracce d’impatto, a partire dal singolo “Settembre” che lasciano intravedere un’influenza post rock e new wave che si miscela all’ attitudine al limite dello shoegaze delle chitarre di Francesco Sciarrone e di Daniele Giannini, voce afflitta e ribelle del gruppo, che con Alessia Casonato al basso e Francesco Stefanini alla batteria compongono la squadra.

C’è molto dei Joy Division, non solo nell’impostazione armonica e nel giro acustico che diventa a volte ossessivo, ma soprattutto nei testi, che sono piacevolmente in italiano, nelle parole e nello sguardo melanconico con cui vengono approciati i temi cantati: Hai paura a dire no/ solo per un attimo/ mi perdo nell’oblio.
Il suono diventa ora grezzo, come in “Oblio”, ora preda delle cavalcate delle chitarre e delle sezioni di chorus come in “La Vita Sognata”, ma sempre con l’anima del gruppo ben in vista, una personalità  evidente che forse dell’album è la vera e propria forza.

Se davvero come cantano “Settembre Non E’ Un Mese Semplice”, l’autunno potrebbe invece portare soddisfazioni agli Shadow Line.