La rivoluzione deve cominciare in interiore homine. Occorre che la gente impari a non muoversi, a non collaborare, a non produrre, a non farsi nascere bisogni nuovi, e anzi a rinunciare a quelli che ha.

Ammetto di essermi interessato a questo disco per via del titolo scelto, tratto dal libro più famoso di Luciano Bianciardi, autore che per me rappresenta molto più di un grande scrittore, che è stato campo di due anni di studio appassionato e illuminante, nessuna crisi economica riuscirà  mai a farmi definire, inutile. Non sapevo che unòrsominore fosse in realtà  kappa, mente dei Lecrevisse e che avesse già  al suo attivo un album datato 2009, non avevo idea che “La Vita Agra” fosse addirittura prodotto e in buona parte arrangiato da Fabio De Min; ora so queste ed altre cose e sono felice e grato.

Felice che esistano ancora autori dotati di coraggio, quello che ci vuole a scrivere liriche “politiche”, i più avveduti le definiranno ingenue oppure qualunquiste, come in “Perdenti più sani”, attacco al disimpegno divenuto vanto e a tutti i suoi feticci (le opinioni di Carlo Pastore, i “concerti” dei DJ e ahimè, le canzoni di Dente) o addirittura dedicate ad anarchici “pazzi” ( la forsennata “Testamento di Giovanni Passannante. Anarchico italiano”), che hanno deciso di non stare fermi, “l’unica cosa importante”. Grato per canzoni che colpiscono duro al nostro ventre molle, ammantandosi di un fragile arpeggio di chitarra; noi pronti ad indignazioni di carta pesta davanti alla televisione come in piazza, in attesa del nostro 25 luglio. Canzoni che non arrossiscono a parlare di lotta di classe e governanti vecchi (con l’ictus) e pagliacci.

“La Vita Agra” è un disco cupo, denso, a volte greve, per il quale si potrebbero spendere infinite parole sulle influenze dei grandi dischi politici degli anni settanta oppure sul linguaggio fatto di immagini dirette e crude, del totale rifiuto di metafore, leggerezza ed ironia. Ma io voglio farla breve e sottolineare la tensione di questo disco. Una tensione  che non deve calare mai, in brani tutti rivolti alla testa perchè “il cuore ce l’hanno anche i vermi” ma che allo stesso momento presentano una varietà  di soluzioni musicali che vanno ben oltre i Non Voglio che Clara, spaziando in tutta l’indie italica e non annoiando mai. Sfolgorante esempio di musica pe(n)sante che va ascoltata dalla prima all’ultima nota.

La Vita Agra
[  Lavorare Stanca – 2011 ]
Similar Artist:  Perturbazione, Paolo Benvegnù, Eugenio Finardi, Ivano Fossati
Rating:
1. La Vita Agra I
2. Storia Dell’Uomo Che Volò Nello Spazio Dal Suo Appartamento
3. Testamento di Giovanni Passannante, Anarchico Italiano
4. Il Mattino Del 26 luglio
5. Perdenti Più Sani
6. Ci Hanno Preso Tutto
7. La Lingua Del Santo
8. Perfetto Così
9. Celluloide
10. La Vita Agra II